Giovedi 17 Dicembre 2015
I risultati provenienti da un'analisi secondaria di un trial randomizzato (studio TEAR - the Treatment of Early Aggressive Rheumatoid Arthritis), condotto in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) hanno dimostrato come il trattamento con metotressato (MTX), sulfasalazina e idroclorochina siano associati ad un miglior profilo lipidico.
In parte deludenti i risultati dello studio STRASS (Spacing of TNF-blocker injections in Rheumatoid ArthritiS Study), pubblicati sulla rivista Annals of Rheumatic Disease.
Stando a questo studio, infatti, l'adozione, in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) di una strategia di trattamento basata sulla riduzione della quantità di farmaco anti-TNF somministrato non è equivalente alla strategia di trattamento a dosi piene di questi farmaci.
Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Rheumatology ha dimostrato che, se si tratta pazienti con spondilite anchilosante (SA) con un trattamento di induzione iniziale con infliximab, un farmaco anti-TNF e lo si fa seguire da un regime di mantenimento con infliximab al bisogno (in base all'indice BASDAI), si otterrebbe un miglioramento significativo dell'attività di malattia e della qualità di vita (QoL).
Continua la letturaLa densità minerale ossea (DMO) trabecolare e la microarchitettura ossea sono ridotte nei pazienti affetti ad artrite psoriasica (Psa). Lo dimostra uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Bone and Mineral Research.
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Stando ad uno studio pubblicato sulla rivista Arthritis Research & Therapy, il rischio di insorgenza di interstiziopatie polmonari e delle relative complicanze non è influenzato dal farmaco biologico utilizzato in pazienti affetti da AR.
L'American College of Rheumatology ha discusso, nel corso del suo ultimo congresso annuale, tenutosi a S. Francisco, le nuove Linee Guida pubblicate alla fine del mese di settembre per il trattamento della spondilite anchilosante (SA) e della spondilite assiale non radiografica (nrx-SpA).
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Il lupus eritematoso sistemico (LES) ha un corso fluttuante nel tempo, al punto che, nonostante una proporzione limitata di pazienti sia in grado di raggiungere il target della remissione completa per almeno 3 anni, è possibile osservare episodi di recidiva anche a distanza di 10 anni dalla remissione clinica. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista Arthritis Care & Research.
I risultati di uno studio, pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases e condotto su una coorte prospettica di pazienti con artrite reumatoide (AR), hanno documentato come l'osservazione di un tempo necessario al concepimento (TTP) prolungato si associ ad un'età più avanzata, alla condizione di nulliparità, ad un'elevata attività di malattia nonché all'uso pre-concezionale di FANS e di prednisone (quest'ultimo a dosaggi giornalieri >7,5 mg).
Il rischio complessivo di linfoma nei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) non è influenzato in maniera sostanziale dall'esposizione a lungo termine ai DMARD biologici (DMARDb). Queste le conclusioni principali di uno studio presentato nel corso dell'ultima edizione del congresso annuale ACR, tenutosi a S. Francisco (USA).
Il ricorso ad una strategia di trattamento treat-to-target basata sulla somministrazione di triamcinolone per via intra-articolare e di un DMARD sintetico (metotressato – MTX) è in grado di assicurare un controllo molto efficace della progressione radiografica di malattia a 2 anni, indipendentemente dalla presenza o meno di una terapia di induzione a base di adalimumab. La progressione delle erosioni articolari, però, è risultata leggermente inferiore durante e dopo la terapia di induzione con il farmaco biologico.
Il trattamento con tocilizumab (TCZ) risulta efficace nel trattamento dell'artrite reumatoide (AR) precocemente aggressiva in pazienti originariamente naive al metotressato (MTX), sia in monoterapia che in associazione concomitante con il DMARD sintetico in questione. Queste la conclusioni principali del trial di Fase III FUNCTION, recentemente pubblicato sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.
Continua la letturaPubblicate raccomandazioni congiunte EULAR (European League against Rheumatism) e PreS (Pediatric Rheumatology European Society) basate sull'evidenza e sul consenso, relative all'impego dell'imaging nella diagnosi e nella gestione dell'artrite idiopatica giovanile nella pratica clinica.
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Uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Rheumatic Disease ha dimostrato la non-inferiorità di una terapia di induzione della nefrite lupica a base di tacrolimus (in combinazione con prednisolone) rispetto al mofetil micofenolato.
Scoperte in “giochi” di incastro al computer da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico A. Gemelli insieme a colleghi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Sono già oggetto di brevetto e diventeranno presto un farmaco grazie alla Società farmaceutica italiana Galsor Srl
Continua la letturaGiovedi 10 Dicembre 2015
Le ulcere digitali possono avere un ruolo predittivo nell'evoluzione della sclerosi sistemica e l'adozione di una nuova proposta di classificazione di queste ulcere, basata sulla loro manifestazione nel tempo, potrebbe aiutare l'identificazione di quei pazienti con sclerosi sistemica che necessitano di una gestione più complessa della malattia, al fine di migliorarne la funzionalità fisica e la qualità di vita. Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato online ahead-of-print su Annals of Rheumatic Diseases.
Continua la letturaSabato 28 Novembre 2015
15 giovani reumatologi, provenienti da tutta Italia, sono gli iscritti al primo master di II° livello in questa specifica area della medicina.
L'annuncio ufficiale in occasione del Congresso Nazionale SIR
Venerdi 27 Novembre 2015
Filgotinib, un inibitore selettivo di Jak1, sembra essere sicuro ed efficace nei pazienti con artrite reumatoide (AR) e risposta inadeguata a metotressato (MTX).
Lo dimostrano i risultati del trial DARWIN 1, un trial di fase II, i cui risultati sono stati presentati nel corso dell'edizione 2015 del congresso ACR, recentemente tenutosi a S. Francisco.
I pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) vanno incontro in misura maggiore a remissione di malattia quando questa rappresenta l'obiettivo del trattamento farmacologico utilizzato. Lo dimostra uno studio presentato nel corso dell'ultimo congresso ACR. E' stato dimostrato come, con l'adozione del protocollo di cura noto come “treat-to-target” (T2T), si abbia una probabilità superiore del 50% di raggiungere l'obiettivo 'remissione' e superiore del 64% di conseguire il traguardo della remissione sostenuta in 3 mesi.
Continua la letturaI risultati del trial di Fase III REALISTIC, pubblicati online sulla rivista Arthritis Research & Therapy, hanno documentato un miglioramento rapido e sostenuto degli outcome di AR in una popolazione eterogenea di pazienti affetta dalla malattia e trattata con certolizumab pegol. Tale miglioramento osservato è risultato essere indipendente dalla presenza o meno di un trattamento pregresso con un altro farmaco anti-TNF o dall'impiego concomitante di altri DMARD.
Continua la letturaI risultati di uno studio retrospettivo italiano, pubblicato online sulla rivista Arthritis Care & Research, hanno documentato, in pazienti con artrite reumatoide (AR) e infezione concomitante da virus dell'epatite B (HBV) inattivo, l'efficacia e la sicurezza del trattamento con abatacept per 2 o più anni anche in assenza di profilassi antivirale.
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