Il periodo è complesso, lo sappiamo. Ma più di tutto, lo viviamo sulla nostra pelle, ormai da mesi e mesi, senza intravedere a quando sarà l’epilogo. Pur comprendendo le difficoltà oggettive e le limitazioni necessarie alla condivisione degli spazi e dei momenti insieme, il non poter fare ciò che ci aiutava a stare meglio pesa. Sul corpo e sulla psiche, forse, ancor di più per chi ha a che a fare con una malattia cronica. «A tutto questo, bisogna aggiungere il fatto che molti di noi pazienti non possono vedere i loro specialisti di riferimento, perché tanti di loro sono impegnati in reparti Covid. Anche a causa di questo, parecchie visite sono saltate, slittando a chissà quando. Gli spazi chiusi e le limitazioni d’obbligo, per chi ha la sindrome fibromialgica come me, sono anche causa di maggior irrigidimento, innescando un circolo vizioso che compromette il benessere a 360°», sottolinea Giusy Fabio, referente della sezione AISF Bagheria-Palermo, che sull’onda del bisogno continuare a stare vicini nonostante le distanze, anche nell’ottica di supportare i pazienti affetti da Fibromilgia ha dato inizio al corso MeditAction, realizzato online nel pieno rispetto della privacy, in collaborazione con la psicologa Tiziana Maricchiolo, esperta di Tai Chi e Qi Gong.
Saranno otto gli incontri, che avranno cadenza bisettimanale della durata di un’ora, il venerdì e il lunedì, dalle 18:30 alle 19:30. Come si svolgeranno? «Ci saranno al massimo 15 persone online, in video, in modo che io posso vederle e correggere i movimenti nel caso non fossero corretti», premette la dottoressa Maricchiolo. «Si inizia con degli esercizi di respirazione, poi si passa a fare una meditazione in movimento, per attivare la consapevolezza sul qui e ora, grazie a esercizi millenari presi del Tai Chi e dal Qi Gong. Infine, si fa un esercizio ad hoc di rilassamento che prevede anche l’utilizzo della visualizzazione guidata finalizzato al relax. È un’attività che possono fare tutti, anche perché si lavorerà sulla ripetizione di questi esercizi e finiti gli incontri, le persone potranno decidere di proseguire a casa da soli per continuare a ottenere i benefici di queste pratiche».
Sono sufficienti un tappetino (ma va bene anche un tappeto che si ha già a casa) per potersi isolare dal pavimento, un abbigliamento comodo e uno spazio dove poter essere da soli per poter entrare indisturbati appieno nella pratica di MeditAction. Una meditazione in movimento: «Una sorta di ginnastica dolce, per rendere il concetto più comprensibile a tutti. Molte volte, infatti, si pensa che la pratica della meditazione sia solo statica, ma non è così. Meditare vuole dire consapevolezza nel qui e ora, vuole dire accettare i pensieri che affiorano senza giudizio e osservarli. Meditare in movimento, a questo aggiunge la capacità di essere presenti a se stessi e all’atto motorio che si sta compiendo, sentendo il proprio corpo muoversi nello spazio mentre mette in pratica comportamenti consapevoli e di rieducazione posturale basati su una respirazione consapevole. È un’attività che ha notevoli benefici sia sul corpo che sulla psiche, e tutti documentati scientificamente», sottolinea la dottoressa Maricchiolo. Si sa, infatti, che meditare quotidianamente per almeno 15 minuti al giorno, contribuisce a un riposo migliore, a osservare il presente con meno ansie e paure, a titolo di esempio.
«Avevo già sperimentato questa attività durante i mesi di lockdown», dice Giusy Fabio: «Mi hanno fatto bene sia al corpo che allo spirito. Durante gli esercizi di rilassamento avevo sperimentato un senso di benessere che non pensavo possibile in quel periodo, per tutte le difficoltà che c’erano da gestire. Certo, queste pratiche non fanno miracoli, ma aiutano. Non bisogna arrendersi se alle prime volte si ha la sensazione che non succeda nulla. Nella speranza di aiutarci vicendevolmente, abbiamo aperto a tutte le sezioni AISF la possibilità di partecipare a questi corsi. E le richieste che ci sono arrivate sono tante».
Possono partecipare agli incontri online gratuiti tutti, a condizione di essere iscritti a AISF, con un massimo di 15 partecipanti. «Possono fare il corso anche le persone che non hanno la sindrome fibromialgica, ma la condizione rimane la stessa: essere degli associati di AISF», conclude Giusy Fabio. Torna all'archivio