Zoledronato migliora densità ossea in pazienti con neuroartropatia di Charcot
Lunedi 10 Giugno 2013
Dopo 6 mesi di trattamento, l'immobilizzazione e la messa fuori carico non portano ad una marcata osteoporosi da disuso in pazienti con neuroartropatia di Charcot. Inoltre, la terapia con zoledronato è in grado di indurre un incremento significativo della densità minerale ossea (DMO) dell'anca rispetto al placebo. Queste sono le conclusioni di uno studio pubblicato online sulla rivista Foot and Ankle Surgery.
La neuroartropatia di Charcot (CNA) è una complicanza rara del piede diabetico, associata ad osteolisi infiammatoria locale e distruzione progressiva del tessuto osseo ed articolare. Il trattamento in acuto della CNA prevede la messa totale fuori carico e l'immobilizzazione del piede coinvolto fino a quando il processo infiammatorio si riduce. Ciò richiede normalmente un tempo minimo di 3-4 mesi ma l'impiego di calzature protettive e la parziale messa in carico può prolungarsi fino a 6-12 mesi.
"La densità minerale ossea (DMO) del femore prossimale e delle colonna lombare nei pazienti con CNA è leggermente ridotta o risulta simile alla popolazione di controllo - si legge nell'introduzione del lavoro. - Non è noto come la DMO dell'anca dell'estremità colpita dalla neuro artropatia reagisca al lungo periodo di immobilizzazione e di messa fuori carico."
I BSF sono stati utilizzati nel trattamento della CNA acuta anche se ancora oggi evidenze definitive a favore del trattamento sono ancora assenti.
Obiettivo di questo studio, pertanto, è stato quello di studiare l'effetto dell'immobilizzazione e della messa fuori carico sulla DMO in pazienti con CNA acuta nonché di valutare l'efficacia di zoledronato sulle variazioni di densitometria ossea. A tal scopo, 35 pazienti con CNA acuta a livello dell'arco plantare centrale sono stati randomizzati, secondo un rapporto di randomizzazione 1:1, al trattamento con zoledronato o placebo.
Al basale, la DMO media per tutti i pazienti era pari a: - 1,21 ± 0,20 g/cm2 (T-score -0,1 ±1,6) a livello della colonna lombare - 0,98 ± 0,18 g/cm2 (T-score -0,8 ± 1,4) a livello dell'anca affetta da CNA - 0,98 ± 0.18 g/cm2 (T-score -0,7 ± 1,4) a livello dell'anca libera da CNA
Lo studio ha condotto confronti a due a due tra la DMO all'inizio dello studio e dopo 6 mesi per descrivere l'effetto dell'immobilizzazione sulla DMO. I risultati hanno documentato, nel gruppo placebo, una caduta significativa dei livelli di DMO a livello del collo femorale affetto da CNA (-3,2%, p=0,016) e dell'anca libera da CNA (-1,5%; p=0,026). Per contro, nel gruppo trattato con zoledronato, si è osservato un incremento significativo della DMO a livello dell'anca libera da CNA (+1,3%; p=0,006), dell'area trocanterica (+2,4%; p=0,005) e del collo femorale (+1,5%; p=0,028).
La valutazione dell'effetto di zoledronato sulle variazioni di DMO è stata calcolata mediante confronto tra la variazione media di DMO dell'anca (al basale e dopo 6 mesi) tra il gruppo trattato con zoledronato e quello trattato con placebo.
In questo caso i risultati hanno rivelato l'esistenza di una differenza significativa tra i gruppi in favore del gruppo trattato con il BSF: lato affetto da CNA - +0,9% nel gruppo zoledronato - -1,5% nel gruppo placebo (p=0,040)
lato libero da CNA - +1,3% nel gruppo zoledronato - -1,5% nel gruppo placebo (p=0,005)
Invece, per quanto riguarda le variazioni di DMO della colonna lombare, non sono state documentate differenze significative tra i due gruppi.
Pakarinen T-K et al. Effect of immobilization, off-loading and zoledronic acid on bone mineral density in patients with acute Charcot neuroarthropathy: A prospective randomized trial. Foot and Ankle Surgery 19 (2013) 121-124 Leggi Torna all'archivio