Malattie reumatiche

Ulcere digitali, complicanza significativa della sclerosi sistemica

Un numero significativo di pazienti con sclerosi sistemica sviluppa ulcere digitali, il che aggrava notevolmente l'impatto della malattia e aumenta il ricorso agli antibiotici e la probabilità di incorrere in altre complicanze. Lo evidenzia l'analisi di uno studio osservazionale europeo, il registro DUO (Digital Ulcer Outcome), presentata al recente congresso EULAR, a Londra, da Marco Matucci-Cerinic, dell'Università di Firenze.

Infatti, i pazienti con ulcere che hanno avuto bisogno di antibiotici per combattere un'infezione dei tessuti molli sono stati il 15,8%, mentre quelli senza ulcere molto meno: solo l'1,8%. "L'impatto della malattia legato alle ulcere digitali è notevole, a causa delle gravi complicanze che possono derivarne, quali la gangrena e l'amputazione" ha sottolineato Matucci-Cerinic

Il registro DUO è stato istituito nell'aprile 2008 in Europa per raccogliere informazioni sulle ulcere digitali associate alla sclerosi sistemica, a seguito dell'approvazione da parte dell'Ema, l'anno precedente, di bosentan (Tracleer, Actelion) per la riduzione di tali ulcere. Altro obiettivo del registro è quello di ottenere indicazioni sulla sicurezza d'uso di bosentan nei pazienti inclusi nel database che assumono questo farmaco.

Per l'analisi presentata all'EULAR, Matucci-Cerinic e i suoi collaboratori hanno esaminato 2.439 pazienti inseriti fino al novembre 2010, quasi il 60% dei quali avevano una o più ulcere digitali al basale. L'età media del campione, rappresentato per oltre l'80% da donne, era di 55 anni e quasi tutti presentavano il Raynaud  fenomeno di Raynaud, manifestatosi per la prima volta intorno ai 40 anni.

I pazienti con sclerosi sistemica diffusa erano più numerosi nel gruppo che già al basale presentava ulcere digitali rispetto al gruppo che al momento dell'inserimento nel registro non le aveva (42,5% contro 28,3%); situazione contraria per la sclerosi sistemica limitata (43,7% contro  57,2%), mentre i pazienti restanti di entrambi i gruppi presentavano sclerodermia e una connetivopatia miasta in sovrapposizione.
Nei pazienti che già al basale avevano ulcere digitali, la durata di questi episodi è stata maggiore ed è andata da 6 a 12 mesi nel 14,2% contro il 6,7% nel gruppo che inizialmente non presentava ulcere.

Nel primo gruppo, il 13% dei pazienti ha avuto episodi che sono durati per 5 o più anni e circa il 10% ha sviluppato una gangrena contro rispettivamente il 3,2% e solo l'1% del secondo.
Tuttavia, anche i pazienti che all'inizio non mostravano ulcere hanno più o meno frequentemente avuto bisogno di interventi di vario tipo per la comparsa successiva di questa complicanza: ricovero ospedaliero nel 40,1% dei casi, amputazione chirurgica nell'8,7%, debridement nel 7,5% e terapia con prostanoidi per via parenterale nel 47,1%.

In più, anche i pazienti senza ulcere al basale ha sviluppato complicanze sistemiche gravi: più della metà (il 55,4%) ha mostrato un coinvolgimento gastrointestinale e il 15% ha sviluppato ipertensione arteriosa polmonare. Complessivamente, il 35,2% dei pazienti inizialmente privi di ulcere ha sviluppato fibrosi polmonare contro il 45,7% di chi non le aveva.

"Forse un riflesso del fatto che nel gruppo con già ulcere al basale erano più numerosi i casi di sclerosi sistemica diffusa" ha commentato Matucci-Cerinic. In più, ha aggiunto il reumatologo, anche i pazienti senza ulcere possono sviluppare un'ischemia digitale critica a causa della vasculopatia associata alla malattia sottostante.
Lo specialista fiorentino ha infine sollecitato i medici a una maggiore consapevolezza riguardo all'impatto della malattia, perché ciò, insieme con un approccio coerente nella sua gestione, potrebbe migliorare gli outcome e, quindi, anche ridurre i costi sanitari legati ai trattamenti e alle varie complicanze.


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