Terapia combo a base di metotressato ed etanercept meglio del solo biologico
Lunedi 23 Settembre 2013
Il trattamento per 12 mesi di pazienti con artrite reumetoide (AR) con una terapia di combinazione a base di metrotressato ed etanercept è più efficace della monoterapia con etanercept iniziata al sesto mese. Nei pazienti con AR che raggiungono, però, la condizione di bassa attività di malattia in 6 mesi e desiderano interrompere il trattamento con MTX, la monoterapia con etanercept garantisce un'alternativa efficace alla terapia di combinazione nei 6 mesi successivi.
Queste le conclusioni principali del trial CAMEO (The Canadian Methotrexate and Etanercept Outcome Study), recentemente pubblicato online ahead of print sulla rivista Annals of Rheumatic Diseases.
Fino ad ora la terapia di combinazione a base di un agente biologico (come etanercept) in aggiunta a MTX era stata considerata l'opzione di trattamento da preferire nell'AR dall'avvento dei farmaci anti-TNF e degli altri farmaci biologici.
Sfortunatamente, molti pazienti sono riluttanti ad assumere MTX, al punto che i tassi di abbandono della terapia in ragione della comparsa di eventi avversi (AEs) si aggira intorno a percentuali comprese tra il 10% e il 40%.
La presenza di risultati conflittuali in merito alla comparazione di efficacia tra la terapia di combinazione e la monoterapia, aggravata la limiti relativi al disegno e alla durata di tali studio, ha spinto gli autori del nuovo studio a mettere a punto un nuovo trial nel corso del quale tutti i pazienti erano trattati per 6 mesi con dosi settimanali (da 10 a 15 mg) di MTX in aggiunta ad etanercept (50 mg sottocute ogni settimana), per poi essere successivamente randomizzati alla prosecuzione della terapia o al trattamento con etanercept in monoterapia per altri 6 mesi.
L'attività di malattia è stata valutata nello studio mediante il punteggio DAS-28: in presenza di punteggi <3.2 si era in condizione di bassa attività di malattia, mentre con punteggi >3,2 e <2,6 si era, rispettivamente, in presenza di attività di malattia di grado moderato-alto o di remissione clinica.
Dal momento della randomizzazione, il tasso di abbandono nel gruppo che continuava a ricevere la terapia di combinazione era pari al 19,6% a fronte del 32,7% di quelli in monoterapia, motivato, nella stragrande maggioranza dei casi, dalla progressione di malattia. Nei pazienti reclutati dello studio, i punteggi DAS 28 sono scesi rispettivamente da 5,4 al basale a 3,5 al momento della randomizzazione, mentre tra il sesto e il dodicesimo mese di trattamento, il punteggio DAS28 nel gruppo sottoposto a monoterapia è leggermente aumentato (+0,5; IC95%= 0,3-0,7) mentre è rimasto sostanzialmente stabile nel gruppo che ha continuato la terapia di combinazione, con una variazione impercettibile (+0,04; IC95%= -0,2-0,3).
I risultati, osservati su 205 pazienti randomizzati, non hanno documentato il raggiungimento della condizione di non-inferiorità del trattamento monoterapico rispetto al trattamento di combinazione, con riferimento alle variazioni a 6-12 mesi del punteggio DAS 28. Comunque, i pazienti che raggiungevano la condizione di bassa attività di malattia a 6 mesi (DAS 28<2,6), mantenevano tale condizione pressochè immutata a 12 mesi, sia che fossero in trattamento con la terapia di combinazione che in monoterapia (variazione DAS 28= 0,7 (etanercept) vs 0,57 (terapia combinazione); p=0.8148).
Per contro, nei pazienti che non raggiungevano la condizione di bassa attività di malattia a 6 mesi, quelli in monoterapia con etanercept mostravano un incremento dell'attività di malattia a 12 mesi, a fronte del protrarsi della riduzione dell'attività di malattia in quelli sottoposti a terapia di combinazione a 12 mesi (variazione DAS 28= 0,4 (etanercept) vs -0,4 (terapia di combinazione); p=0,0023).
Se nei pazienti che avevano raggiunto la condizione di bassa attività di malattia a 6 mesi non erano rilevabili differenze significative in merito alla probabilità di rimanere in questa condizione ad un anno, indipendentemente dal trattamento, in quelli con attività di malattia di grado moderato-alto, invece, il trattamento di combinazione si associava ad una probabilità maggiore di raggiungere il target della bassa attività di malattia (RR= 3,74; IC 95%= 1,13-12,40) o della remissione (RR= 6,03; IC 95%= 0,77-47,40).
“Questo studio – osservano gli autori – è il primo ad aver dimostrato la necessità di raggiungere uno stato di malattia specifico per abbandonare senza contraccolpi il trattamento con MTX in pazienti con risposta non adeguata al farmaco sottoposti a terapia di combinazione”.
Pur non essendo esente da limiti, quali il disegno in aperto e il tasso elevato di abbandono della terapia prima della randomizzazione, per ammissione degli stessi autori, lo studio suffraga l'impiego alternativo della monoterapia con etanercept in pazienti con bassa attività di malattia sottoposti a 6 mesi di trattamento con terapia di combinazione.
Analisi ulteriori di questo trial, già programmate, valuteranno la risposta a 2 anni, le variazioni radiografiche e i fattori genetici correlati con la risposta al trattamento.
Pope J, et al "The Canadian Methotrexate and Etanercept Outcome study: a randomized trial of discontinuing versus continuing methotrexate after 6 months of etanercept and methotrexate therapy in rheumatoid arthritis" Ann Rheum Dis 2013; DOI: 10.1136/annrheumdis-2013-203684. LeggiTorna all'archivio