Malattie reumatiche

Spondilite Anchilosante, trattamento prolungato con farmaci anti-TNF blocca progressione radiografica danno

Il trattamento con farmaci inibitori del TNF-α nella spondilite anchilosante (SA) riduce in modo significativo il rischio di progressione radiografica del danno. Tale beneficio si rende palese dopo circa 4 anni di trattamento, per annullarsi del tutto se il trattamento farmacologico viene iniziato tardi. Queste le conclusioni principali di uno studio osservazionale pubblicato online ahead-of-print sulla rivista Arthritis & Rheumatism.

La SA è un'artrite infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni sacro-iliache e il rachide, associata a processi di neoformazione ossea e fusione della colonna vertebrale. I pazienti affetti da SA soffrono di dolore significativo e disabilità.
"L'introduzione dei farmaci anti-TNF ha cambiato lo scenario di trattamento delle artriti infiammatorie, rivelandosi un'eccellente modalità di trattamento per la riduzione della sintomatologia associata alla SA - si legge nell'introduzione al lavoro. - A differenza dell'artrite reumatoide (AR), però, i benefici derivanti dal trattamento con questa classe di farmaci sulle modificazioni della malattia della SA non sono state ancora dimostrate, a tutt'oggi."

A differenza dell'AR e dell'artrite psoriasica (PsA) dove i farmaci anti-TNF si sono dimostrati efficaci nel ridurre in modo significativo la progressione del danno strutturale, ad oggi le evidenze disponibili suggeriscono che la progressione radiografica della SA resti inalterata a seguito dell'impiego di questi farmaci, mentre la sola terapia apparentemente promettente in grado di determinare un effetto modificante la malattia sembra essere quella a base di un impiego sostenuto di FANS.

Per dirimere la questione, gli autori della pubblicazione hanno messo a punto uno studio osservazionale prospettico, condotto su 334 pazienti con SA. I pazienti erano trattati con le terapie convenzionali disponibili (FANS e farmaci anti-TNF). Erano definiti come "pazienti suscettibili di progressione radiografica" quei soggetti che presentavano una variazione maggiore di un'unità/anno del punteggio mSASSS (modified Stokes Ankylosing Spondylitis Spine Score), espressione di progressione radiografica di malattia. L'analisi multivariata per fattori confondenti, invece, prevedeva la valutazione dell'indice BASDAI (Bath AS Disease Activity Index) di attività di malattia, la VES, i livelli di proteina reattiva C, la positività all'antigene HLA-B27, il sesso, l'età di insorgenza di malattia, la condizione di fumatore e il danno basale.

I risultati dello studio hanno innanzitutto documentato come il trattamento con farmaci anti-TNF fosse associato ad un dimezzamento del rischio di progressione radiografica di malattia. Non solo: i pazienti che non iniziavano il trattamento con questa classe di farmaci almeno fino a 10 anni dall'insorgenza di malattia mostravano una probabilità 2 volte più elevata di andare incontro a progressione radiografica del danno strutturale rispetto a quelli che iniziavano il trattamento precocemente. Lo studio ha mostrato anche che sono necessari 3,9 anni perché l'effetto del trattamento sulla progressione radiografica del danno possa palesarsi.

Ciò, dunque, renderebbe conto dei risultati negativi sulla progressione radiografica ottenuti nei trial condotti con alcuni farmaci anti-TNF, nei quali il tempo di follow-up (2 anni) era troppo breve perché potessero essere osservati dei benefici dal trattamento.

In conclusione, questo studio è il primo ad aver dimostrato un effetto protettico dei farmaci anti-TNF sulla progressione radiografica nella SA.  I farmaci anti-TNF sono più efficaci quando la loro somministrazione è relativamente precoce rispetto al decorso naturale della malattia e quando il trattamento è continuato per un periodo di follow-up sufficientemente lungo.

Fumo e stato infiammatorio al basale continuano ad essere fattori di rischio importanti mentre il danno radiografico di partenza resta il più forte predittore di progressione radiografica nella SA.
Lo studio non ha documentato una riduzione del rischio di progressione radiografica del danno a seguito del trattamento con FANS.

"Sarà pertanto opportuno, nei prossimi studi, valutare se l'impiego di FANS nella SA faccia la differenza, e valutare l'eventuale presenza di un effetto sinergico tra FANS e farmaci anti-TNF - concludono gli autori nella discussione del lavoro."

Haroon N et al. The Impact of TNF-inhibitors on radiographic progression in Ankylosing Spondylitis. Arthritis & Rheumatism 2013. DOI: 10.1002/art.38070
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