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SIR: 500mila euro ai progetti di ricerca sulla diagnosi precoce delle spondiloartriti

Possono colpire anche i 20enni e ridurre in modo drastico la mobilità e la qualità della vita. Ma, oggi, le spondiloartriti possono essere controllate grazie alle nuove terapie, sostiene Mauro Galeazzi, presidente della SIR. Per farlo, però, bisogna dare una mano alla ricerca. Ed è per questo che sono state assegnati 500.000 euro per dieci borse di studio a giovani reumatologi nel biennio 2017-2018 per progetti di ricerca sulla diagnosi precoce delle spondiloatriti.
 
La Società Italiana di Reumatologia (SIR), grazie ad un educational grant di Novartis, ha consegnato i premi durante il 54esimo congresso della Società, chiusosi sabato scorso a Rimini. Per i giovani reumatologi l’iniziativa rappresenta un momento chiave per sostenere, per un periodo di due anni, la loro formazione professionale. La SIR ha identificato come priorità il sostegno alla ricerca nell’ambito delle malattie reumatiche a carattere cronico-infiammatorio, con particolare riferimento alla diagnosi ed al trattamento precoce.

«Le spondiloatriti colpiscono le articolazioni e la colonna vertebrale e hanno alcune caratteristiche comuni», afferma Galeazzi, «Possono causare mal di schiena, gonfiore alle dita o alle articolazioni, alterazioni delle unghie e della pelle oltre a essere particolarmente dolorose e debilitanti. Oggi abbiamo a disposizione terapie di ultima generazione che rallentano ed in alcuni casi arrestano la progressione del danno osseo articolare migliorandone i sintomi. Sono ben tollerate e migliorano la qualità di vita dei pazienti. Si tratta di un beneficio molto importante perché le spondiloatriti possono colpire anche persone di soli vent’anni e che quindi hanno davanti a sé ancora molti anni da vivere. Come Società scientifica siamo in prima linea nel sostenere la ricerca e, al tempo stesso, riteniamo necessario informare e sensibilizzare quante più persone possibili attraverso iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio. Proprio al congresso di Rimini è partita #Reumadays la nostra prima campagna nazionale itinerante in 11 città durante la quale incontriamo i cittadini per metterli in guardia sui pericoli delle reumatiche».
 
«La ricerca scientifica è il motore trainante di grandi cambiamenti e consentirà passi avanti nella cura e nella gestione delle malattie reumatiche», dichiara Gaia Panina, Chief Scientific Officer di Novartis. «Attraverso il contributo a questa importante iniziativa promossa dalla SIR, Novartis conferma il proprio impegno nel promuovere la formazione di ricercatori altamente qualificati e nel sostenere la ricerca indipendente. Siamo orgogliosi di riconoscere e gratificare il lavoro dei giovani reumatologi che si impegnano a raggiungere traguardi scientifici nel campo delle patologie reumatiche croniche infiammatorie. Queste malattie colpiscono, purtroppo, un’importante fetta della popolazione, tra cui giovanissimi. Nel caso specifico delle spondiloartriti, sono infatti i giovani a partire dai 25 anni ad essere il principale bersaglio. Proprio grazie agli importanti progressi della ricerca scientifica, oggi è possibile non solo un miglioramento costante dei segni e dei sintomi, ma anche limitare la progressione radiologica della patologia».


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