Psoriasi, bene in fase III l'anti-IL-17 brodalumab
Martedi 13 Maggio 2014
Brodalumab , un anticorpo monoclonale che ha come target il recettore dell' interleuchina 17 (IL-17), è risultato sicuro ed efficace nel trattamento della psoriasi a placche moderata-grave in uno studio di fase III chiamato AMAGINE-1. Sono statti, infatti, centrati tutti gli endpoint, sia quelli primari sia quelli secondari, con tutte le dosi valutate. Lo hanno annunciato con un comunicato stampa Amgen e AstraZeneca, che stanno sviluppando il farmaco in collaborazione.
L'endpoint primario dello studio, un miglioramento del 75% del Psoriasis Area Severity Index (risposta PASI 75) alla settimana 12, è stato raggiunto dall’83,3% dei pazienti trattati con la dose più elevata di brodalumab e dal 60,3% di quelli trattati con la dose più bassa, mentre nel gruppo di controllo, trattato con placebo, la risposta corrispondente è stata del 2,7%.
Inoltre, la percentuale di pazienti che hanno avuto un miglioramento di almeno il 90% (PASI 90) è stata rispettivamente del 70,3%, 42,5% e 0,9%, mentre un miglioramento del 100% (PASI 100) si è ottenuto rispettivamente nel 41,9%, 23,3% e 0,5%.
Brodalumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega al recettore dell’IL-17 e inibisce la trasmissione del segnale infiammatorio attraverso il pathway dell’IL-17 bloccando il legame di diversi ligandi dell’IL-17 al recettore. Impedendo ai ligandi di attivare il recettore, brodalumab fa sì che l’organismo non riceva più i segnali che portano all’infiammazione. Il pathway dell’IL-17 svolge infatti un ruolo centrale nell’indurre e promuovere i processi infiammatori patologici.
Lo studio AMAGINE-1 è un trial randomizzato e in doppio cieco che ha coinvolto 661 pazienti affetti da psoriasi a placche moderata grave, inizialmente assegnati al trattamento con due diversi dosaggi brodalumab (210 mg o 140 mg) sottocute o placebo ogni 2 settimane per 12 settimane.
Dopo questa fase d’induzione, i pazienti in trattamento attivo nei quali, secondo il giudizio del medico, le lesioni psoriasiche erano scomparse o quasi scomparse sono stati randomizzati nuovamente e assegnati al trattamento attivo o al placebo.
I pazienti che sono stati nuovamente randomizzati e sono poi peggiorati dopo la prima somministrazione e tutti i pazienti inizialmente trattati con placebo o non sottoposti alla seconda randomizzazione sono stati successivamente trattati con 210 mg ogni 2 settimane.
Gli eventi avversi più comuni sono stati rinofaringite, cefalea e infezioni del tratto respiratorio superiore.
"I dati dello studio AMAGINE-1 suggeriscono che con brodalumab si può arrivare a un nuovo livello di efficacia nei pazienti con psoriasi a placche moderata-grave, patologia che colpisce oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo" dichiara nella nota congiunta delle due aziende Sean E. Harper, vice presidente esecutivo della ricerca e sviluppo di Amgen.
In un precedente studio di fase II, già pubblicato sul New England Journal of Medicine, i pazienti trattati con 140 mg o 210 mg di brodalumab hanno mostrato un miglioramento medio del punteggio PASI dopo 3 mesi dell’85%. Nel gruppo trattato con 210 mg la risposta PASI 75 è stata dell’82% e quella PASI 90 del 75%, mentre nel gruppo trattato con 140 mg le risposte corrispondenti sono state rispettivamente del 77% e 72%. Nei pazienti trattati con placebo, invece, non si sono ottenute risposte PASI 75 né risposte PASI 90.
Attualmente, sono in corso altri due studi di fase III – AMAGINE-2 e AMAGINE -3, in cui si sta valutando sicurezza ed efficacia di varie dosi di brodalumab con ustekinumab.