Possibile un legame tra FANS e minor rischio di tumori cutanei
Venerdi 1 Giugno 2012
I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) potrebbero proteggere dai tumori cutanei? A suggerire questa possibilità è un ampio studio osservazionale danese, appena pubblicato online sulla rivista Cancer, nel quale le persone che assumevano questi farmaci hanno mostrato un rischio significativamente più basso di melanoma e carcinoma squamocellulare (SCC), con un vantaggio proporzionale alla durata del trattamento e al dosaggio del FANS.
In particolare, l'uso di un qualsiasi FANS è risultato associato a una riduzione del 15% del rischio relativo di SCC e del 13% di quello di melanoma, mentre non ha mostrato alcun effetto complessivo sul basalioma (o carcinoma basocellulare, BCC), pur mostrando un'associazione significativa con un minor rischio di questo tumore se localizzato in sedi diverse dalla testa e dal collo. Gli effetti sul SCC e sul melanoma sono risultati, invece, indipendenti dalla sede anatomica.
Da notare che i risultati non riguardano i FANS da banco, ma solo quelli su prescrizione.
"Considerata l'alta incidenza dei tumori cutanei e l'ampio uso dei FANS, un effetto preventivo di questi farmaci nei confronti di tali neoplasie potrebbe avere importanti implicazioni per la salute pubblica" affermano nelle conclusioni gli autori, guidati da Sigrun Alba Johannesdottir, dell'Aarhus University Hospital, in Danimarca.
Diversi studi hanno suggerito che i FANS abbiano effetti chemiopreventivi correlati all'inibizione delle cicloossigenasi (COX), che sono enzimi ad azione anti-apoptotica e immunosoppressiva, nonché di stimolazione dell'angiogenesi e dell'invasività. Tali benefici sono stati dimostrati in modo più convincente per il cancro del colon-retto, ma, dicono i ricercatori, potrebbero valere anche per altre neoplasie.
Per quanto riguarda la cute, diversi lavori hanno suggerito un effetto protettivo dei FANS nei confronti dei carcinomi legati alla proliferazione dei cheratinociti e dei melanociti, tra cui l'SCC, il BCC, e il melanoma. Inoltre, uno studio controllato e randomizzato ha evidenziato una riduzione del rischio di carcinomi dei cheratinociti tra coloro che assumevano l'inibitore della COX-2 celecoxib.
Tuttavia, sottolineano gli autori, è difficile fare un confronto tra questi studi ed estrapolarne i risultati per via di un'ampia variabilità dei risultati stessi, del disegno dello studio, delle popolazioni studiate, dei tipi di FANS usati e delle misurazioni sul loro uso.
Per fare maggiore chiarezza su questo tema, i ricercatori hanno effettuato uno studio caso-controllo utilizzando le informazioni contenute in un database validato relative alle prescrizioni di farmaci ricevute da quasi 2 milioni di persone viventi nel nord della Danimarca e hanno identificato in questo database tutti i residenti ai quali era stato prescritto un FANS per almeno 2 anni nell'arco di tempo compreso tra il 1989 e il 2008.
Sono stati definiti utilizzatori di FANS tutti i soggetti che avevano ricevuto più di due prescrizioni di FANS o aspirina durante il periodo studiato. Gli utilizzatori sono stati ulteriormente definiti come utilizzatori recenti (quelli che avevano avuto più di due prescrizioni nell'anno o nei 2 anni precedenti la diagnosi di cancro della pelle) o ex-utilizzatori (più di due prescrizioni, ma non rientrano all'interno del periodo di tempo specificato).
Inoltre, i ricercatori hanno definito l'uso dei FANS a breve termine, se inferiore a 7 anni, e a lungo termine, se superiore a questo lasso di tempo. Inoltre, hanno definito l'intensità d'uso dei FANS come il numero di giorni coperti dalla prescrizione diviso per il numero totale di giorni di utilizzo, definendo poi come utilizzo a bassa intensità quello inferiore al 25% e ad alta intensità quello uguale o superiore al 25%.
Non solo. Nell'analisi statistica, i ricercatori hanno anche preso in esame l'uso concomitante di altri farmaci (diversi dai FANS) che possono aumentare il rischio di tumori cutanei - come i glucocorticoidi e gli immunosoppressori - e le comorbidità che predispongono a un aumento del rischio di cancro, come le come malattie autoimmuni, che peraltro sono anche associate a un aumento dell'uso dei FANS.
I casi di cancro della pelle sono stati, invece, identificati analizzando i dati contenuti nel registro tumori nazionale danese, da cui è emerso che, nel periodo considerato, 1.974 pazienti avevano sviluppato un SCC, 13.316 un BCC e 3.242 un melanoma, con un'età mediana alla diagnosi rispettivamente di 77, 67 e 57 anni.
Ogni caso di cancro è stato confrontato con 10 controlli della stessa popolazione, per un totale di 178.655 individui nel gruppo di controllo, tra cui 67.338 pazienti (il 38%) che non avevano mai fatto uso di FANS.
L'analisi complessiva ha evidenziato associazioni piccole, ma statisticamente significative, tra uso di FANS e riduzione del rischio di SCC e melanoma, di entità variabile in funzione della durata del trattamento e dell'intensità d'uso di questi antinfiammatori.
Gli autori hanno evidenziato una riduzione del rischio di SCC con tutte le durate e intensità d'uso, anche variamente combinate tra loro (per esempio, utilizzo a lungo termine e ad alta intensità) e una riduzione del 46% del rischio di melanoma in caso di utilizzo di lunga durata e ad alta intensità dei FANS. Nel caso dell'SCC e del BCC, un utilizzo di questo tipo (lunga durata e alta intensità) si è associato a una riduzione del rischio rispettivamente del 35% e del 17%, entrambe statisticamente significative.
Per quanto riguarda il tipo di uso di FANS, si è visto che l'aspirina, i FANS non selettivi e gli inibitori della COX-2 (di vecchia e nuova generazione) ha avuto un effetto simile sul rischio di SCC e si sono ottenuti risultati simili riguardo al melanoma, tranne che per l'assenza di effetto dei nuovi inibitori della COX-2.
Un'analisi separata relativa all'utilizzo del paracetamolo ha poi mostrato una riduzione, inattesa, del 32% del rischio di BCC in sedi diverse dalla testa e del collo, mentre per quanto riguarda il melanoma, solo un utilizzo di lunga durata o di intensità elevata è risultato associato a una riduzione del rischio, dell'ordine del 20-30%. Nessuna associazione, invece, tra paracetamolo e rischio di SCC.
Nella discussione, gli autori precisano che tra i limiti dello studio vi sono l'assenza di informazioni su possibili fattori di rischio di tumore della pelle, come l'esposizione ai raggi UV, e il fatto che potrebbe esserci stata una sottostima dei casi di cancro, perché non tutti quelli verificatisi in Danimarca sono stati inseriti nel registro tumori.
Maryam Asgari, dermatologa del Kaiser Permanente di Oakland, non coinvolta nello studio, ha commentato i risultati dicendo che per chiarire il legame tra FANS e tumori cutanei è necessario un trial controllato e randomizzato in cui alcuni pazienti siano trattati con FANS e altri no, e poi seguiti per valutare chi sviluppa questi tumori.
"Non penso che raccomanderei ai miei pazienti di prendere un'aspirina al giorno per prevenire una neoplasia cutanea. Non penso ci siano abbastanza dati per dirlo, mentre ce ne sono a sufficienza per dire che certi FANS sembrano promettenti in tal senso" ha dichiarato la dermatologa all'agenzia Reuters.
Johannesdottir ha convenuto sul fatto che non sia giustificato promuovere l'uso dei FANS per proteggersi da questi tumori sulla base dei risultati dello studio e ha sottolineato che la più importante misura di prevenzione contro il cancro della pelle resta un'adeguata protezione dai raggi solari.
S.A. Johannesdottir, et al. Nonsteroidal anti-inflammatory drugs and the risk of skin cancer. Cancer 2012; doi: 10.1002/cncr.27406. Torna all'archivio