Polimiosite e dermatomiosite associata a malattia polmonare, rapporto transaminasi elevato predice la mortalità ad un anno
Venerdi 25 Settembre 2020
Nicola Casella
Un rapporto elevato tra i livelli di aspartato transaminasi e alanina transaminasi (DRR), rilevato all’accettazione per il ricovero ospedaliero di pazienti affetti da polimiosite o dermatomiosite associata a malattia polmonare interstiziale (PM/DM-ILD) si associa ad un incremento della mortalità, rischio di ricorso alla ventilazione meccanica, e rischio di ospedalizzazione. Lo dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy che suffragherebbero l’impiego di questo test di laboratorio relativamente economico e di facile esecuzione per l’identificazione dei pazienti PM/DM-ILD che potrebbero beneficiare di una loro gestione più controllata.
Razionale dello studio Sia la polimiosite (PM) che la dermatomiosite (DM) rientrano nel novero delle malattie del tessuto connettivo, caratterizzata da debolezza miscolare e infiammazione dei muscoli scheletrici che coinvolge altri organi, in particolare i polmomi. La malattia polmonare interstiziale (ILD) rappresenta una complicanza principale di PM/DM, con una prevalenza compresa tra il 20% e il 78% in relazione ad alcuni studi.
ILD, inoltre, rappresenta un fattore prognostico negativo associato ad un aumento della morbi- mortalità nei pazienti con PM/DM. Uno studio italiano, a questo riguardo, ha riportato che la mortalità nei pazienti con PM/DM-ILS è 2,3 volte più elevata rispetto a quella dei pazienti senza ILD.
Il rapporto De Ritis (DRR), ovvero il rapporto tra i livelli sierici di AST e ALT, è stato descritto per la prima volta nel 1957 da un ricercatore italiano. AST e ALT sono dei marker di utilizzo commune per la valutazione della funzione epatica, che aumentano in modo significativo in presenza di danno epatocellulare o di un evento letale. Negli ultimi decenni, il DRR era considerate come un utile indicatore delle malattie epatiche (epatiti e carcinomi epatici). Negli ultimi anni, vi sono state osservazioni che hanno documentato la presenza di livelli elevati di DRR in concomitanza con disordini vascolari, comprese la malattia occlusiva periferica arteriosa, l’infarto acuto del miocardio, e l’ictus ischemico acuto.
Nonostante gli studi sopra menzionati, fino ad ora non esistevano lavori che avessero valutato il ruolo di DRR sull’accettazione al ricovero per i pazienti con PM/DM-ILD sugli outcome della riacutizzazione e della sopravvivenza a lungo termine. Alcuni studi hanno esaminato il ruolo di alcuni fattori di rischio potenziali associati ad una scarsa sopravvivenza nei pazienti con ILD, ma anche qui si avevano pochi dati sull’impiego dei biomarcatori nella PM/DM-ILD.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare questo semplice rapporto per valutare l’attività di malattia.
Disegno e risultati principali Lo studio, retrospettivo e di coorte, ha incluso 522 pazienti con PM-DM-ILD dei quali erano noti i DRR al ricovero, avvenuto tra il 2008 e il 2018 in una struttura ospedaliera cinese.
I ricercatori hanno utilizzato i modelli di regressione di Cox per stimare gli hazard ratio di mortalità in strati di DRR predefiniti (≤ 0,91, 0,91–1,26, 1,26–1,73, e > 1,73), dopo aggiustamento dei dati in base a molteplici fattori, quali l’età, il sesso, lo strato di DRR considerato, la diagnosi, la presenza di sindrome overlap, i livelli di emoglobinam la conta piastrinica e quella dei leucociti, la percentuale di neutrofili, il rapporto neutrofili/linfociti, i livelli di albumina, l’attività di creatin-chinasi, il rapporto acido urico/creatinina, i livelli di trigliceridi o di lipoproteine LDL.
Dall’analisi dei risultati è emerso che il DRR più elevato (>1,73) era un predittore indipendente di mortalità ad un anno nell’analisi di regressione di Cox (hazard ratio; 3,423; IC95%: 1,481–7,911, p =0,004). Non solo: i pazienti con DRR più elevato erano quelli che più frequentemente necessitavano del ricorso alla ventilazione meccanica e della ri-ospedalizzazione per riacutizzazione acuta di PM/DM-ILD dopo un anno di follow-up.
Riassumendo Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno dichiarato che il loro studio è il primo, a loro conoscenza, ad aver valutato il DRR come predittore di outcome clinicamente rilevanti in una coorte retrospettiva di pazienti con PM/DM-ILD. Tra i limiti metodologici intrinseci del lavoro vi è la natura retrospettiva e osservazionale dello studio, che non consente di fare valutazioni causa-effetto che potrebbero rivelarsi utili per una gestione più mirata delle patologie in questione. Di qui la necessità di conferme da studi prospettici.
NC
Bibliografia Li R et al. AST/ALT ratio as a predictor of mortality and exacerbations of PM/DM-ILD in 1 year—a retrospective cohort study with 522 cases. Arthritis Res Ther 22, 202 (2020). Leggi