Il biologico ofatumumab (Arzerra, GlaxoSmithKline e Genmab) offre benefici significativi su tutti gli outcome clinici nei pazienti con artrite reumatoide (AR) che rimangono sintomatici nonostante il trattamento cpon metotrexate (MTX). Lo evidenzia uno studio di fase III presentato in occasione dell'ultimo congresso della European League Against Rheumatism (EULAR), appena conclusosi a Londra.
Nel trial, la metà dei pazienti naive ai biologici e con malattia attiva, sottoposti a due infusioni dell'anticorpo monoclonale da 700 mg ciascuna, in aggiunta al MTX, hanno mostrato un miglioramento del 20% in base ai criteri dell'American College of Rheumatology (ACR20) dopo 24 settimane di trattamento; nei controlli, trattati con placebo più MTX, la percentuale di pazienti che ha raggiunto l'ACR20 è stata invece del 27% (P < 0,001).
Lo studio ha coinvolto 260 pazienti con AR attiva nonostante il trattamento con MTX (DAS28 pari a 5,7), mai trattati in precedenza con farmaci biologici e con una durata media di malattia di 8,5 anni. La maggior parte di essi era positivo al fattore reumatoide. Inoltre, l'età media dei partecipanti era di 53 anni e l'83% di essi erano donne. La dose mediana assunta di MTX era di 15 mg a settimana.
La deplezione dei linfociti B indotta dal biologico è stata rapida e si è manifestata già dopo 2 settimane di terapia, raggiungendo il 94% alla fine della cura. Al di là della risposta ACR20, che rappresentava l'endpoint primario del trial, ofatumumab ha prodotto miglioramenti significativamente maggiori rispetto al placebo anche riguardo a valutazioni più restrittive dell'efficacia, come l'ACR50 e ACR70. Infatti, la risposta ACR50 è stata del 27% nel gruppo trattato con l'anticorpo contro l'11% nel gruppo placebo, mentre quella ACR70 e stata rispettivamente del 13% contro il 2%.
Non solo. I pazienti del gruppo ofatumumab hanno mostrato una probabilità più di tre volte maggiore rispetto ai controlli di avere una risposta buona o moderata in base ai criteri EULAR (OR 3,07; IC al 95% 1,82-5,18; P < 0,001),
Gli eventi avversi più comuni associati al biologico sono stati il rash (21%) e l'orticaria (16%), quasi tutti come reazione all'infusione della prima dose e verificatisi in meno dell'1% dei pazienti quando è stata somministrata la seconda. La frequenza degli eventi avversi seri è stata invece del 5% nel gruppo in trattamento attivo contro il 3% nel gruppo di controllo. La percentuale di infezioni è stata rispettivamente del 32% e del 26%, mentre le infezioni gravi si sono verificate in meno dell'1% dei pazienti nel primo caso contro il 2% nel secondo. Un partecipante con una pneumopatia interstiziale preesistente è morto, ma il decesso non è stata ritenuto legato al farmaco. Nessuno dei pazienti ha sviluppato anticorpi contro il farmaco.
Si dovranno ora fare altri studi per valutare gli effetti di ofatumumab nella prevenzione del danno strutturale.
Taylor P, et al. Ofatumumab, a fully human anti-CD20 MAB, in the treatment of biologic-naive rheumatoid arthritis patients: a randomized, double-blind, placebo-controlled clinical trial. EULAR 2011; Abstract OP0019 Torna all'archivio