Lupus e malattie CV, variabilità pressione diastolica predittiva comorbilità
Venerdi 12 Luglio 2019
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Un'elevata variabilità della pressione diastolica nei pazienti affetti da lupus sembra essere predittiva dell'insorgenza di eventi CV successivi. Ciò è quanto dimostrano i risultati di uno studio Usa, pubblicato su the Journal of Rheumatology.
Razionale e disegno dello studio Nonostante l'elevata prevalenza di malattie CV in pazienti con lupus sia nota da tempo, fino ad ora non sono ancora ben chiari i legami intercorrenti tra l'età del paziente, la pressione arteriosa e la sua variabilità.
Su questi presupposti è stato disegnato il nuovo studio, che ha registrato la variabilità della pressione arteriosa (BPV) nel corso delle visite mediche di controllo, nonché la sua relazione con l'età, le caratteristiche cliniche e demografiche e il suo possibile coinvolgimento come fattore di rischio CV nel LES.
A tal scopo, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dalla Hopkins Lupus Cohort, uno studio prospettico di coorte condotto in pazienti con LES. I pazienti reclutati erano sottoposti a visite mediche periodiche a cadenza trimestrale, nel corso delle quali sono stati registrate informazioni relative alla caratteristiche cliniche, ai test di laboratorio e agli eventuali danni d'organo già presenti.
Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per analizzare le misure di pressione sistolica e diastolica che, successivamente, sono state messe a confronto con quelle della popolazione generale provenienti dai National Health Statistics Reports Usa (dati 2001-2008).
Risultati principali Sia nei pazienti con LES che nella popolazione generale è stato documentato un innalzamento della pressione sistolica media con l'avanzar degli anni. Tuttavia, la pressione sistolica è risultata significativamente più elevata nei pazienti giovani con LES (età compresa tra i 18 e i 39 anni) rispetto alla controparte rappresentata dalla popolazione generale (117,9 vs 109; P <0,0001).
La BPV, invece, è risultata elevata nei pazienti con LES indipendentemente dal segmento di età considerato.
Focalizzando l'attenzione sulla coorte di pazienti con LES, è emerso che i pazienti di etnia Afro-Americana, quelli con elevata attività di malattia e quelli che presentavano alcuni fattori di rischio CV tradizionali (es: ipercolesterolemia, diabete, abitudine al fumo di sigaretta) erano quelli in cui la BPV era significativamente più elevata (p<0,0001).
Non solo: la BPV aumentava anche con la posologia di somministrazione di prednisone, risultano significativamente più elevata nei pazienti che assumevano steroide ad un dosaggio >12,5 mg/die rispetto ai pazienti che ne assumevano meno (p<0,0001). La somministrazione di idroclorochina, invece, è risultata associata ad una BPV significativamente contenuta (p<0,0001).
L'analisi multivariata, corretta per fattori confondenti, ha mostrato, invece, come un BPV diastolica >9 mm Hg fosse associata, con probabilità maggiori, alla sperimentazione successiva di eventi CV (RR=2,1; IC95%=1,0-4,1; p <0,05).
Riassumendo In conclusione, la BPV nel LES è influenzata sia da fattori specifici di malattia che da fattori di rischio CV tradizionali. Pertanto, il trattamento dei pazienti con LES dovrebbe prevedere un più attento monitoraggio pressorio al fine di minimizzare il rischio di eventi avversi CV.
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Bibliografia Stojan G, Magder LS, Petri M. Blood pressure variability and age-related blood pressure patterns in systemic lupus erythematosus [published online June 15, 2019]. J Rheumatol. doi:10.3899/jrheum.181131 LeggiTorna all'archivio