LES, set di marker biologici migliora la predizione di insorgenza o progressione aterosclerotica
Mercoledi 16 Ottobre 2013
I risultati di uno studio pubblicato online ahead-of.print sulla rivista Arthrtitis & Rheumatism hanno dimostrato come un set di 6 marker biologici si sia rivelato molto efficace nel predire quale donne affette da lupus eritematoso sistemico (LES) possono presentare un aumento del rischio CV sulla base di indagini ultrasonografiche condotte a livello dell’arteria carotide.
In particolare, le donne con LES che totalizzavano un punteggio su questa scala (denominata PREDICTS) equivalente ad un profilo di rischio elevato avevano un rischio 28 volte più elevato di presentare o sviluppare placche carotidee, documentate mediante indagini ultrasonografiche in un lasso di tempo di 2 anni rispetto alle pazienti LES che totalizzavano un punteggio più basso.
E’ noto come l’accelerazione del processo aterosclerotico sia un tratto molto più frequente nella popolazione affetta da LES rispetto alla popolazione generale e come ciò avvenga in età più precoce. Ciò è causa di un incremento significativo sia della morbidità che della mortalità e si pensa che dipenda dall’infiammazione cronica sottostante il processo patogenetico alla base del LES.
Obiettivo dello studio è stato quello di valutare più combinazioni di alcuni marker biologici e di fattori di rischio, alcuni tradizionali, altri del tutto nuovi, per sviluppare un modello in grado di identificare i pazienti con LES a maggior rischio CV. A tal scopo, sono state reclutate 210 donne, aventi un’età media di 41 anni, che frequentavano gli ambulatori di Reumatologia in strutture ospedaliere della California, che erano state sottoposte a valutazione ultrasonografica della carotide nel corso della prima visita e in una visita di controllo a distanza, in media, di 30 mesi. I dati ottenuti in queste donne sono stati messi a confronto con quelli provenienti da 100 donne sane, incrociate in base all’età, non affette da LES. Lo studio prevedeva l’esclusione di soggetti con malattia renale attiva o che assumevano statine per evitare l’inclusione nel campione di donne con infiammazione e iperlipidemia nota.
Le partecipanti allo studio erano sottoposte ad esame ematochimico a digiuno per rilevare la presenza di lipidi, omocisteina e proteina reattiva C, e dovevano compilare appositi questionari volti a misurare l’attività della LES, il danno d’organo, i farmaci in uso e la rilevazione di fattori di rischio CV non laboratoristici.
I risultati dell’analisi statistica univariata hanno dimostrato che la presenza, lo sviluppo e la progressione di placche carotidee era fortemente associata con due fattori clinici tradizionalmente noti – l’età avanzata (uguale o superiore a 48 anni - OR=4,1, p=0,002) e una storia pregressa di diabete (OR=61,8, p<0,001), come pure con quattro marker biologici di infiammazione: la funzione della lipoproteina a densità elevata (da non confondere con i livelli plasmatici di HDL - OR=9,1 p<0,001), i livelli di leptina (≥34ng/dL - OR=7,3, p=0,001), i livelli di omocisteina (≥12mmol/L) e quelli di sTWEAK (debole induttore di apoptosi simile al TNF - ≥373 pg/mL - OR=28,8, p=0,004).
Nel commentare i fattori identificati, i ricercatori hanno ricordato che le particelle HDL sono anti-infiammatorie al basale ma diventano pro-infiammatorie durante una risposta di fase acuta. Di conseguenza, l’infiammazione cronica legata al LES potrebbe inibire l’azione cardioprotettiva nota delle HDL e promuovere anche lo sviluppo di anno CV. Quanto all’iperleptinemia, questa condizione è associata ad ipertensione, stress ossidativo e disfunzione endoteliale, condizioni di più frequente riscontro nei pazienti con LES rispetto alla popolazione generale. L’omocisteina è un indicatore noto di infiammazione e un predittore di malattia CV mentre livelli elevati di sTWEAK sono stati legati ad aterosclerosi, infiammazione, angiogenesi ed apoptosi in studi di laboratorio, come pure ad un incremento della mortalità CV in altre popolazioni di pazienti.
I sei fattori indipendenti sopra menzionati, predittivi di presenza o progressione della placca carotidea sono stati inclusi in un modello a punti denominato PREDICTS, che si è rivelato di potenza predittiva superiore a quella dei singoli fattori.
In particolare, i pazienti con punteggio PREDICTS equivalente ad un profilo di rischio elevato avevano ≥ 3 predittori identificati oppure erano affetti da diabete + ≥ 1 predittore. Questi pazienti mostravano un rischio 28 volte più elevato di mostrare placche rispetto ai pazienti con punteggio PREDICTS equivalente ad un profilo di rischio non elevato, nonché un incremento di spessore dell’intima-media (p=0,001).
Nelle conclusioni, gli autori hanno affermato che, se i loro risultati verranno confermati in nuovi studi, il punteggio PREDICTS potrebbe aiutare i clinici ad identificare quali pazienti con LES potrebbero essere a maggior rischio di aterosclerosi e, di conseguenza, a maggior rischio di andare incontro ad eventi CV.
“Nonostante - aggiungono – lo studio abbia esaminato più marker biologici di aterosclerosi e LES di quanto fatto in passato, tale lavoro non può dirsi ancora esaustivo. E’ probabile, infatti, che altri marker biologici, identificati adesso o nel prossimo futuro, debbano aggiungersi a quelli già identificati per migliorare la predittività della scala PREDICTS”.
McMahon M et al. A panel of biomarkers is associated with increased risk for the presence and progression of atherosclerosis in women with Systemic Lupus Erythematosus. Arthritis Rheum. 2013 Sept. 24 [doi: 10.1002/art.38204]