La morte di un personaggio pubblico, di un essere umano che ci ha fatto simpatia, è un poco come perdere un amico, che abbiamo scelto e coltivato negli anni e con il quale abbiamo condiviso l'allegria.
La morte di Anna Marchesini è stata come perdere una amica che amavamo, e che noi reumatologi in qualche modo abbiamo seguito anche perché affetta da una importante forma di malattia reumatica. Questo evento però, così come quello che riguardi qualsiasi essere umano, merita il giusto rispetto ed il silenzio come unico commento.
Per voci indirette, e quindi non valutabili interamente, ci è stato riferito che Anna aveva rifiutato le moderne cure per l’artrite affidandosi a cure alternative e, se così, ne rispettiamo la scelta, senza commentarne la giustezza o meno.
Dire che oggi non si muore più per queste malattie, grazie ai medici e alle medicine, è una osservazione ormai inutile per Anna e che pregiudica il diritto alla libera scelta dell'individuo di non voler accedere alle cure ufficiali della moderna Evidenced Based Medicine, oltre ad alimentare la convinzione che, se ci si cura, si possa essere in qualche modo esenti dalla morte.
Il Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI), affievoliti i toni più caldi dell’immediatezza, sente l'esigenza di rivolgersi ai parenti e agli amici di Anna esprimendo tutto il cordoglio per la scomparsa di una donna di eccezionali doti di simpatia ed intelligenza, e da ricordare con tenero sorriso.
Ai tanti pazienti affetti da una forma di artrite, vada il nostro incitamento a seguire con fiducia e speranza le terapie specialistiche più all’avanguardia per efficacia e buona tollerabilità. Torna all'archivio