E' di questi giorni la notizia della morte del Professore Vincenzo Pipitone, per tanti anni ordinario della Cattedra di Reumatologia presso l'Università di Bari. Caposcuola e fondatore della scuola reumatologica barese, fu Presidente della Società Italiana di Reumatologia dal 1983 al 1986 e, unico italiano, dopo il Prof. Robecchi, ricoprì la carica di Presidente dell'European League Against Rheumatism (EULAR) dal 1985 al 1987. Autore di circa 130 pubblicazioni reperibili in PubMed, è stato per tutti i reumatologi italiani e in particolare noi meridionali, un punto di riferimento assoluto. Ricordo ancora la prima paziente che gli inviai nel sospetto fosse affetta da una forma iniziale di sclerosi sistemica, diagnosi che il Prof. Pipitone mi confermò per lettera. Già, perché il Prof. Pipitone, nato nel 1929, apparteneva ancora a quella generazione di medici che scriveva a mano la ricetta e di solito la consegnava al paziente con una serie di avvertenze sull'utilizzo di questo o quel farmaco e con due righe di saluto al suo curante. Una generazione che per comunicare non utilizzava Internet, il PC e la posta elettronica, ma semplicemente la buona educazione e il rispetto per il collega, anche se tanto più giovane e inesperto. Con lui scompare sicuramente un grande professionista e ricercatore, ma resta di lui nella mia memoria lo stile sobrio, signorile, schivo di quando mi chiedeva scusa per non essere potuto intervenire al primo congresso CROI, o di quando si complimentava del successo di un altro incontro tenutosi nella mia zona. A suo figlio Niccolò, anch'egli reumatologo, e a tutti i suoi eredi della scuola barese, in primis a Giovanni Lapadula e a Raffaele Numo, le più sentite condoglianze da parte del Comitato editoriale tutto e l'invito a conservare senza fine, con orgoglio, la sua traccia. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Non può passare ancora in silenzio la scomparsa, anch'essa recente, del Professor Vittorio Bianchi, di Genova, di cui non ho avuto conoscenza diretta, ma splendidamente intermediata da suo figlio Gerolamo. Anche il Prof. Bianchi è stato Presidente, dal 1980 al 1983, della Società Italiana di Reumatologia, di cui ha ricoperto fino alla morte la carica di Presidente onorario. Bianchi è stato il vincitore del primo concorso a professore di ruolo di Reumatologia bandito dall'Università di Roma nel 1970, aprendo la porta ad una nuova branca medica nell'università italiana. Come tutti i pionieri, non penso abbia avuto vita facile, distinguendosi però sempre per le ottime capacità organizzative (Congresso Latino di Reumatologia) ed editoriali, aprendo alla gestione autonoma la rivista "Reumatismo". In particolare è stato Direttore della Cattedra di Reumatologia di Genova e dell'Istituto "Bruzzone", per tanti anni all'avanguardia dell'assistenza delle malattie reumatiche in Italia. E' stato sicuramente tra i primi reumatologi a servirsi della densitometria ossea per la diagnosi di osteoporosi ed ha introdotto nel laboratorio reumatologico moderne tecniche di bioluminescenza, gascromatografia e di immunofluorescenza per lo studio delle malattie del tessuto connettivo, di cui era profondo conoscitore. Alla sua famiglia, e a Gerolamo in particolare, le più sentite condoglianze da parte del Comitato editoriale tutto e l'augurio di continuare a seguire il tracciato del brillante "passo" paterno.