Malattie reumatiche

Il programma per una nuova SIR secondo Ignazio Olivieri

Cara/o Collega, Cara/o Amica/o,
mi scuserai se Ti ruberò alcuni minuti per presentarTi il programma della lista da me guidata per le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo della nostra Società Italiana di Reumatologia (SIR).
Nascita di una candidatura

Nel corso della mia carriera ho già partecipato a due elezioni della SIR. Nella prima occasione, a Stresa nel 2004, fui il più votato ma non ebbi difficoltà a rinunciare alla carica di Presidente a favore di Stefano Bombardieri per salvaguardare gli equilibri interni alla Società. Alle scorse elezioni ottenni il secondo posto nella lista dei consensi ma fu designato come Presidente eletto Marco Matucci Cerinic al fine di rispettare gli impegni presi con la componente universitaria. Nessun incarico di rilievo mi è stato proposto durante quest’ultimo mandato, ciononostante la mia costruttiva collaborazione non è mai mancata in sede di Consiglio.

Tutto ciò per far comprendere che non ho mai avuto come obiettivo quello di rincorrere la copertura di poltrone all’interno della SIR. D’altra parte, io credo che ci siano persone che ottengono prestigio dal ricoprire incarichi societari ed altre, e non sono per fortuna poche, che in virtù dei loro curricula danno lustro alla SIR con la loro partecipazione.
Essendo tramontata mesi fa la possibilità di presentare un’unica lista con il consenso di tutti, non ho difficoltà ad ammettere che avevo deciso di “passare la mano”. Solo dopo la pressante insistenza di alcuni compagni di lista ai quali mi lega un lungo rapporto di proficua collaborazione scientifica, trasformatosi negli anni anche in fraterna amicizia, ho deciso di accettare il ruolo di candidato alla carica di Presidente eletto.

La forza dei “fatti”
Quando non molti anni fa lasciai Bologna per tornare nella mia regione di origine, la Basilicata, una piccola regione del Sud senza alcuna presenza reumatologica, molti mi pronosticarono un rapido declino professionale e scientifico. Oggi posso dire, senza timore di smentita, che si sbagliavano. Infatti, il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata, che gestisce l’assistenza reumatologica su tutto il territorio regionale, ha raggiunto in poco tempo un prestigio riconosciutogli in ambito nazionale ed internazionale mantenendo una produzione scientifica ai massimi livelli. E questo senza poter usufruire dell’apporto degli specializzandi e dei finanziamenti di cui godono altre strutture, in cui la produzione scientifica ha da sempre rappresentato un obbligo istituzionale.

Come è stato possibile tutto ciò? Con molto lavoro innanzitutto. E poi selezionando i medici del Dipartimento con criteri esclusivamente meritocratici tanto che i nostri Reumatologi provengono da cinque diverse regioni oltre alla Basilicata. Si è inoltre assicurata una sopravvivenza, nel futuro, al Dipartimento costituendo un organico con cinquantenni, quarantenni e trentenni, che hanno tutti pari dignità. Ciascuno condivide le proprie conoscenze e collabora fattivamente con gli altri. I nostri trentenni pubblicano sulle maggiori riviste reumatologiche, anche come primo nome, e tengono relazioni in importanti convegni nazionali ed internazionali. Malgrado la crisi in atto che potrebbe ridimensionare varie strutture reumatologiche, nel “laboratorio” che il nostro Dipartimento rappresenta si sta ora riorganizzando l’assistenza reumatologica sul territorio che si integrerà  con pari dignità con gli ambulatori, i Day-Hospital ed il Reparto di degenza ospedalieri e sarà a pieno titolo coinvolta nei progetti di ricerca.

Quanto vi ho appena descritto non ha un intento auto-celebrativo. Chi mi conosce sa bene che ciò è lontanissimo dal mio carattere e dal mio modo di pormi: chi vi scrive lavora sul campo e non in una torre d’avorio privilegiata, conosce i nostri comuni problemi ed è impegnato da anni a risolverli avendo già ottenuto qualche lusinghiero successo.
Quindi, è un’idea di Reumatologia Globale che io intendo promuovere e sostenere, anche a livello nazionale, in cui non esistano specialisti di serie A e di serie B ma nella quale tutti abbiano la possibilità di “giocare” nella massima serie. Scorrendo la lista che mi onoro di guidare, troverete persone che si sono distinte per capacità diverse in ambito reumatologico ed alcuni nomi di assoluta risonanza internazionale che testimoniano come la “Scienza” sia da tempo entrata anche in ambito ospedaliero.

Vi elencherò ora i 4 punti cardine attraverso i quali la lista intenderà portare avanti la crescita anche qualitativa della nostra Società.
1.    Costruire la SIR come CASA COMUNE di TUTTI i REUMATOLOGI
2.    Promuovere la RICERCA MEDICA di QUALITÁ nelle STRUTTURE EXTRA-UNIVERSITARIE
3.    Promuovere la CRESCITA CULTURALE e SCIENTIFICA dei GIOVANI REUMATOLOGI;
4.    Realizzare una EFFICIENTE RETE AMBULATORIALE TERRITORIALE

La mia volontà, in qualsiasi luogo mi sia trovato ad operare, è sempre stata quella di unire mai di dividere, specie in base a preconcetti. Pertanto, la nostra lista lavorerà a favore di tutte le proposte che riterrà utili al progresso della Reumatologia, indipendentemente da chi le avrà avanzate.
Ritengo che un impegno speciale dovrà essere profuso a difesa (purtroppo c’è bisogno di usare questo termine) delle peculiarità specialistiche del Reumatologo il quale deve possedere, per formazione ed habitus mentale, un insieme di conoscenze scientifiche e di capacità cliniche che non sono appannaggio delle specialità affini. Tali peculiarità vanno difese e valorizzate sia in ambito universitario (evitando “contaminazioni” ed “invasioni” da parte di immunologi ed internisti) sia in ambito ospedaliero-territoriale (evitando “contaminazioni” ed “invasioni” da parte di ortopedici e fisiatri).

La SIR è e deve essere una Società Scientifica, non un sindacato e neppure una consorteria di soggetti che pensano a risolvere i propri problemi particolari (come purtroppo avviene in ambito politico). Ma essere una società scientifica vuol dire occuparsi solo di ricerca in senso stretto, di promuovere questo studio piuttosto che quell’altro, di interessarsi della didattica nei corsi di Medicina e nelle Scuole di Specializzazione? Si, ma non è solo questo. È anche, ad esempio, preoccuparsi di come le moderne conoscenze scientifiche (patogenetiche, cliniche, di imaging, terapeutiche, ecc.) giungano alle estreme periferie, non necessariamente geografiche, del nostro Paese in modo che i malati reumatici possano avere le identiche possibilità di cura in ogni luogo. In questo, un ruolo importante potrà essere svolto dalla collaborazione con le Associazioni dei Malati ma ben specificando, però, i limiti di azione di ciascuno.

La necessità di mantenere rapporti con le omologhe Società internazionali, con altre Società Scientifiche non reumatologiche e con organi istituzionali, richiede la disponibilità di personalità di spicco (ce ne sono svariate nella nostra lista) che non suscitino la frase di manzoniana origine “Chi era costui?”

Casa Comune significa, infine, anche prendere in considerazione le istanze e le proposte di interesse generale che perverranno al Consiglio da parte dei Soci.       
Nella nostra lista esistono medici che dell’organizzazione della ricerca in ambito ospedaliero hanno fatto da anni motivo di crescita culturale, con ampie ricadute sulla qualità della loro attività clinica quotidiana. Essi saranno capaci e lieti di mettere le loro competenze a disposizione di quanti vorranno impegnarsi in esperienze di ricerca clinica.    

Con il termine di “giovani reumatologi” bisognerà intendere gli under 35. Troppo spesso vediamo indicati con tale definizione colleghi di ben oltre 40 anni. Ciò dipende dalla stortura, tutta italiana, di definire ancora con il termine di “giovane” un maturo professionista solo perché non si è in grado di assicurargli un lavoro degno di tale nome entro tempi ragionevoli. E questo nonostante che le malattie reumatiche siano non solo tra le più diffuse e le più invalidanti ma siano in grado di ridurre, in molti casi, l’aspettativa di vita dei pazienti. Su questo punto, che è per lo più sconosciuto ai nostri politici, dovrà puntare la SIR per assicurare ai nostri giovani (senza però mai trascurare i disoccupati o male-occupati meno giovani) un sicuro e rapido sbocco professionale (potenziamento degli ambulatori territoriali). A ciò daranno certamente un contributo i dati sempre più corposi, anche di provenienza nazionale, che ci dimostrano come un precoce e corretto approccio diagnostico e terapeutico alle malattie reumatiche si risolva anche in un risparmio economico.  

Un altro impegno della SIR dovrà essere quello di scegliere con criteri unicamente meritocratici colleghi da inviare, con il sostegno di borse di studio, presso i maggiori Centri Reumatologici Internazionali, ad apprendere nozioni e procedure che possano poi condividere al loro ritorno. Ciò sarebbe un importante supporto allo sviluppo della ricerca ed alla qualità dell’attività assistenziale.
Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale sul territorio, la rete dovrà integrarsi con le strutture universitarie ed ospedaliere ed i colleghi ambulatoriali sul territorio dovranno godere di pari dignità rispetto ai colleghi dei centri di riferimento.

Infine, vorrei ricordarTi che l’attuale sistema di voto prevede che il Presidente eletto per il biennio 2014-2016 venga designato dalla maggioranza dei consiglieri votati in questa sessione elettorale. È perciò fondamentale votare tutti gli 8  componenti  della lista per non rendere vano il tuo voto:
-    Cantini Fabrizio
-    D'Avola Giovanni Mario
-    Marchesoni Antonio
-    Migliore Alberto
-    Olivieri Ignazio
-    Salvarani Carlo
-    Scarpellini Magda
-    Sebastiani Gian Domenico


Cara/o Amica/o e Collega,
avrai notato che ho affrontato con franchezza, talora con durezza, alcuni argomenti ma credo fosse ormai il tempo di farlo.
Spero di potere contare sul Tuo appoggio per un rinnovamento importante della Reumatologia, un rinnovamento che sia portato avanti con uno spirito di pragmatica efficienza ma sempre basato su saldi presupposti culturali, sulla meritocrazia, sulla assoluta assenza di interessi personali.

Ti saluto cordialmente,

Ignazio Olivieri
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