Da pochi giorni è disponibile in terapia una nuova formulazione di prednisone a rilascio programmato messa a punto da Mundipharma e indicata per la terapia dell'artrite reumatoide (AR).
Numerosi sintomi quali disfunzione fisica, rigidità e dolore alle articolazioni possono causare difficoltà nello svolgere semplici attività del mattino. Rigidità e dolore mattutini sono risultati correlati ad aumentati livelli di citochine, sostanze chimiche pro-infiammatorie, circolanti nel sangue. L'interleuchina-6 (IL-6) - una di queste citochine - raggiunge il picco massimo di concentrazione nelle prime ore del mattino, provocando infiammazione, dolore e rigidità articolari al momento del risveglio e influendo negativamente sulla capacità di lavorare e sulla qualità di vita.
Agendo mediante un meccanismo originale di rilascio programmato, la nuova formulazione di prednisone assunta alle 22.00, eroga basse dosi di prednisone da 4 a 6 ore dopo l'ingestione, cioè quando, nelle prime ore della notte, si sviluppa l'infiammazione e si verifica il danno tissutale. La massima concentrazione di prednisone nel sangue viene così raggiunta al momento ottimale, quando i livelli di citochine pro-infiammatorie come l'IL-6 raggiungono il picco massimo. In questo modo, nei pazienti con AR il farmaco riduce l'impatto della rigidità articolare nelle prime ore dopo il risveglio.
L'utilità di un'altra opzione di trattamento per coloro che soffrono di rigidità e dolore mattutini è suffragata dai risultati di una nuova ricerca, effettuata da Ipsos MORI e commissionata da Mundipharma, in cui sono stati coinvolti 518 reumatologi e 750 pazienti con AR di 11 Paesi europei. In Italia hanno preso parte alla ricerca 100 pazienti con rigidità e dolore mattutini causati dalla malattia. Oltre tre quarti (76%) di essi hanno dichiarato che questi sintomi condizionano la loro esistenza. La quasi totalità (94%) ha confermato, inoltre, che tali sintomi hanno un impatto significativo e negativo sulla qualità della vita. Infine, il 90% dei pazienti con AR che attualmente lavorano (n=42) concordava sul fatto che la compromessa funzionalità mattutina impatti negativamente e in modo significativo sul proprio lavoro.
"L'artrite reumatoide è una patologia che colpisce circa 350.000 pazienti in Italia; le donne sono maggiormente interessate, con un rapporto di 5:2", spiega il professor Maurizio Cutolo, Direttore della Clinica Reumatologica del Dipartimento di Medicina Interna dell'Università di Genova. "La rigidità e il dolore articolare mattutini, di cui soffrono questi pazienti, risultano avere un impatto negativo diretto sulla loro qualità di vita. La terapia cortisonica ha rappresentato e rappresenta uno dei migliori sistemi di trattamento dell'infiammazione nell'artrite reumatoide. La disponibilità di cortisonici in grado di ottimizzare l'effetto anti-infiammatorio e, quindi, di migliorare il problema della rigidità articolare mattutina è diventata una realtà, grazie alla tecnica farmaceutica che oggi ci permette una somministrazione programmata notturna del farmaco".
Rispetto ai colleghi degli altri Paesi europei che hanno preso parte alla ricerca, i reumatologi italiani intervistati (n=76) ritengono in percentuale maggiore che rigidità e dolore articolare mattutini causati dall'AR dovrebbero essere trattati in modo specifico (64% vs 52%), che le attuali opzioni di trattamento non mirano specificamente a preservare la funzionalità mattutina (72% vs 61%) e che c'è bisogno di nuovi trattamenti, per gestire rigidità e dolore mattutini indotti dalla malattia (74% vs 68%).9
Nello studio clinico Circadian Administration of Prednisone in Rheumatoid Arthritis (CAPRA-1) pubblicato su Lancet, 288 pazienti con artrite reumatoide attiva sono stati randomizzati a ricevere in doppio cieco per 12 settimane la nuova formulazione di prednisone o prednisone convenzionale a rilascio immediato a pari dosaggio. Al termine del trattamento, in confronto ai valori di partenza, i pazienti trattati con la nuova formulazione di prednisone hanno fatto registrare una variazione relativa di durata media della rigidità articolare mattutina significativamente maggiore (-22,7%) di quella osservata nei pazienti che hanno assunto al mattino prednisone standard a rilascio immediato (-0,4%).
I risultati hanno inoltre dimostrato che, dopo 3 mesi, la nuova formulazione di prednisone riduce significativamente i livelli sierici di interleuchina IL-6, mentre il prednisone convenzionale somministrato al mattino non modifica i livelli di questa interleuchina. Oltre alla riduzione della rigidità mattutina, questo studio ha dimostrato che la terapia con la nuova formulazione di prednisone è ben tollerata e possiede un profilo di sicurezza simile a quello documentato con prednisone convenzionale a pari dosaggio. Buttgereit F, Doering G, Schaeffler A et al. Efficacy of modified-release versus standard prednisone to reduce duration of morning stiffness of the joints in rheumatoid arthritis (CAPRA-1): a double-blind, randomised controlled trial. Lancet 2008; 371: 205-214Torna all'archivio