Combinazione rituximab-ciclofosfamide frena la progressione nel lupus
Mercoledi 21 Novembre 2012
Un trattamento con la combinazione di rituximab e ciclofosfamide per 18 mesi ha fermato la progressione del lupus eritematoso sistemico (LES) per almeno 3 anni in un piccolo studio appena presentato al congresso dei reumatologi americani (ACR) a Washington.
Il primo autore del lavoro, Thomas Lehman, ha riferito che il punteggio medio dell’indice SLEDAI, che misura l’attività della malattia, è diminuito passando da 8,929 a 1,917 dopo i primi 6 mesi di terapia e successivamenteè rimasto basso In più, si sono osservati cali significativi del dosaggio di prednisone assunto dai pazienti, che al basale era pari a 29 mg/die ed è sceso 14,74 mg/die dopo un anno, 10,43 mg/die dopo 2 anni e 8,4 mg/die dopo 3 anni (tutti P <0,001). Dopo 5 anni, il dosaggio dello steroide è rimasto pressoché invariato 8,5 mg/die (P < 0,01).
Lo studio ha coinvolto 15 pazienti con LES attivo (di cui 10 donne), nonostante la terapia precedente e dipendenti dagli steroidi. I partecipanti sono stati trattati con rituximab 750 mg/m2 al giorno 1 e ciclofosfamide 750 mg/m2 al giorno 2. Il trattamento è stato ripetuto il giorno 15 e il giorno 16 e poi nuovamente a 6 e 18 mesi. Il dosaggio di prednisone, invece, è stato ridotto gradualmente a discrezione del medico curante. I pazienti con una glomerulonefrite proliferativa diffusa attiva sono stati ulteriormente trattati con ciclofosfamide (750 mg/m2) a 6, 10, 14 e 18 settimane.
Al di la della riduzione dell’indice SLEDAI e del dosaggio dello steroide, il trattamento si è associato anche a miglioramenti significativi di altri parametri quali la VES (passata da 39,4 mm/ora al basale a 19,60 mm/ora dopo un anno, 16,67 dopo 2 anni e 11,08 dopo 3) l’emoglobina (passata da 11,43 g/dl al basale a 12,68 g/dl dopo 36 mesi) e l’albumina sierica (3,336 mg/dl al basale e 4,254 mg/dl dopo 36 mesi).
Tutti questi miglioramenti si sono mantenuti fino a 60 mesi dall’inizio della terapia, cioè per mesi 42 dopo la fine della terapia stessa.
Inoltre, quattro pazienti sono ANA negativi a 36 mesi dall’inizio del trattamento.
Nessun paziente ha avuto una riacutizzazione della malattia tale da richiedere un ricovero ospedaliero. Tuttavia, due pazienti hanno manifestato neutropenia febbrile, "ma nonostante la diminuzione dei livelli di immunoglobuline, non si è osservato un aumento dell'incidenza di infezioni nei nostri pazienti" ha spiegato Lehmann.
"Questo trattamento risolve due problemi: non c’è bisogno di preoccuparsi della compliance né di continuare a somministrare un sacco di corticosteroidi" ha detto Lehman, specificando che la terapia testata ha portato i pazienti i remissione e che la remissione si è mantenuta nel tempo.
Jeffrey Lawson, della Piedmont Arthritis Clinic di Greenville, ha commentato il lavoro dicendo che il regime terapeutico testato è ragionevole e i risultati ottenuti sono buoni, sottolineando in particolare la riduzione del dosaggio degli steroidi. Cristina Drenkard, dell Emory University di Atlanta, ha detto, invece, che la combinazione dei due farmaci utilizzata è inusuale, ma di fronte a pazienti affetti da lupus che non hanno risposto a altri trattamenti, può essere un'opzione da provare.
T. Lehman, et al. Prolonged improvement of systemic lupus erythematosus following systematic administration of rituximab and cyclophosphamide. ACR 2012; Abstract 621Torna all'archivio