È stato un anno di crisi questo che si chiude e non solo economica. La nostra Italia stringe la cinghia e gli italiani riducono i consumi. La SIR ha festeggiato il suo 49° congresso a Milano ed il CROI il suo 15° a Mestre. I reumatologi italiani sono stati ancora un volta i più produttivi nella partecipazione scientifica dell'annuale congresso europeo.
Gli ospedalieri hanno conquistato ancora una volta la maggioranza in CD SIR e portato alla futura presidenza, dopo tanti anni, un reumatologo che opera in meridione. Chi si attendeva rivoluzioni però è rimasto deluso. In questa battaglia elettorale non abbiamo visto vinti o vincitori, ed è giusto che sia così.
In compenso siamo tutti un poco più poveri:
- Dal momento che ll primo dei non eletti, in questo complesso gioco di posizione e di trincea, è stato anche l'unico non eletto, più di un votante si chiede cosa accadrebbe un ipotetico domani se, con questo meccanismo, dovessimo avere bisogno di una doppia sostituzione tra i consiglieri.
- È stata la prima asettica votazione elettronica e ci è mancata la libertà di poter esprimere voti di stima al di fuori di rigidi schemi dei candidati di schieramento, dichiaratisi precedentemente disponibili. Ma perché tutto ciò? È veramente democrazia questa? Qualcuno dirà che è una scelta per comodità, altri per non disperdere i voti, altri ancora diranno infine che questa è la vera democrazia moderna. Come però ci insegna la politica italiana della seconda repubblica non c'è vera democrazia se il cittadino non è libero di esprimere la propria libera scelta.
- Io invece mi sono chiesto perché i candidati dovessero presentare un proprio curriculum al momento della propria candidatura. Non l'ha già fatto ogni socio al momento dell'iscrizione? Ed il diritto ad essere eletto non è comune a tutti i soci ordinari, o chi ha un curriculum migliore paga una maggiore quota associativa che gli concede un diritto elettivo maggiore? Ma il codice civile non enuncia il principio associativo che tutti i soci, pagando la stessa quota, hanno gli stessi diritti? Tutto mi è parso più un mal celato tentativo di rendere difficile la partecipazione democratica al voto, filtrando i "graditi" dai "peones", piuttosto che una dimostrazione di efficienza e di partecipazione democratica al momento elettivo dell'associazione. Perciò mi chiedo: ma vuole essere questa veramente la casa di tutti i reumatologi italiani?
- Questi atti generano diffidenza e sfiducia. Purtroppo forse anche per questo sentimento di disaffezione, ormai abbastanza diffuso tra la base, abbiamo assistito a defezioni di molti associati dalle due maggiori associazioni di reumatologi. Sono molti difatti i soci che di fronte al pagamento di più quote annuali arretrate hanno scelto di decadere dai diritti societari non pagando. Dicevo che questo è sicuramente un segno della crisi, ma non certo solo economica.
- Per un caso ascoltavo a Milano un gruppo di colleghi che nell'ultimo giorno del Congresso erano in attesa del transfer per rientrare a casa. Quasi in coro mi raccontavano di aver scelto di essere morosi e di non rinnovare la loro iscrizione alla SIR come segno di protesta e quindi di non aver voluto votare per nessuno. Si sentivano messi da parte, lontani non solo dalla cabina di regia delle società, ma dalla rappresentatività più spicciola. Perché iscriversi si chiedevano: la rivista si può scaricare liberamente dal web, l'annuale convegno ripete le stesse relazioni già ascoltate nell'ACR e l'EULAR, al congresso annuale si partecipa in ogni caso solo grazie all'invito delle aziende farmaceutiche, i volti dei relatori sono sempre gli stessi e sono sempre più lontani dalla realtà del lavoro quotidiano del reumatologo del territorio. Forse più vicini al resto d'Europa, ma più lontani dal resto d'Italia! Una fiera della vanità dalla misera nobiltà?! A questo punto ho cercato di interloquire, ma ho trovato in loro però più muri che porte, più disaffezione che spirito critico, più disillusione che speranza. Ai loro occhi, lavorando io stesso in un reparto ospedaliero di Reumatologia, ero un privilegiato. Ero considerato parte dell'oligarchia decisionale e non me ne rendevo conto. Dopo un primo momento di smarrimento, però ho iniziato a pensare che forse la crisi non colpisce solo i portafogli dei poveri, ma anche la sensibilità dei potenti, che continuano a non sapere o a non volere leggere le motivazioni di chi resta indietro, quasi avesse paura di esserne risucchiato e di diventare come loro più povero, contribuendo così a scavare muri e fossati,ed ancora più incomprensioni e separazioni. Favorendo la creazione di un mondo fatto monotonamente solo di ricchi e poveri, di oligarchi e peones, di bianco e nero, senza più sfumature cromatiche, perdiamo il rispetto per l'armonia delle diversità. Così facendo otterremo solo un mondo fatto di contrapposizioni! E alla fine rimarranno solo pochi galletti sulle macerie!
Lontano da capacità divinatorie penso che l'anno che ci attende non sarà più facile di quello appena trascorso, ma che molto, come al solito, dipenderà dalla nostra buona volontà di recuperare il piacere di condividere, anziché quello di contrapporsi.
Buon anno nuovo a tutta la Reumatologia italiana!
Stefano Stisi
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