Artrite reumatoide, quale relazione tra i livelli di FGF-21 e il funzionamento fisico?
Venerdi 19 Marzo 2021
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Livelli elevati di FGF-21 in circolo potrebbero essere di aiuto nell’identificazione dei pazienti con AR a maggior rischio di peggioramento della funzione fisica, stando ai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Rheumatology.
Obiettivi e disegno dello studio FGF-21 è una adipochina i cui livelli di espressione sono non sottoposti a regolazione durante le situazioni di stress metabolico. L’obiettivo dello studio è stato quello di determinare l’associazione tra i livelli in circolo di questa adipochina e i cambiamenti in negativo della funzione fisica e della composizione corporea nei pazienti affetti da AR.
I ricercatori, a tal scopo, hanno reclutato 113 pazienti, di età compresa tra i 18 e i 70 anni, sottoponendoli ad esame DEXA e a Tac quantitativa periferica per quantificare il contenuto corporeo di massa magra e massa grassa e la densità muscolare sia all’inizio del periodo di osservazione che alla fine del follow-up (durata mediana= 2,68 anni; n=84).
E’ stata valutata la forza muscolare della mano e del ginocchio mediante dinamometria, mentre per la valutazione della funzione fisica si è ricorso al questionario relativo alla disabilità HAQ-DI e all’esame SPPB (the Short Physical Performance Battery).
Risultati principali Dall’analisi univariata dei dati è emerso che l’età avanzata, la presenza di malattia cardiaca, una maggior durata di AR, un BMI maggiore e alcune misure di grasso corporeo sono risultati tutti associati a livelli più elevati di FGF-21.
Non solo: livelli più elevati di GFR stimata e il trattamento con MTX sono risultati associati, invece, a livelli più bassi di questa adipochina.
I risultati dell’analisi multivariata, invece, non hanno documentato l’esistenza di associazioni tra l’attività di malattia o la severità di AR con i livelli di FGF-21, mentre solo l’età, l’area viscerale grassa, l’impiego di MTX e lo status di fumatore sono risultati moderatamente associati con i livelli di FGF-21.
Da ultimo, è stata dimostrata l’esistenza di una associazione tra i livelli di FGF-21 e un set di citochine infiammatorie (recettore TNF, YKL-40, VEGF e resistina).
Il quartile più elevato di concentrazione di FGF-21 è risultato associato ad un peggior risultato ottenuto in termini di risultati al questionario HAQ e al test SPPB, dopo aggiustamento dei dati per la presenza di fattori confondenti (età, sesso, status di fumatore, area viscerale grassa, impiego di MTX).
Il quartile di concentrazione di FGF-21 all’inizio dello studio, inoltre, è risultato associato ad un declino più rapido dei punteggi SPPB durante il follow-up, nonché ad un rischio maggiore di peggioramento clinicamente significativo del punteggio ottenuto al questionario HAQ.
Riassumendo In conclusione, pur con alcuni limiti metodologici intrinseci ammessi dagli stessi autori (piccolo campione di pazienti, presenza di altri fattori confondenti non controllati, limitato potere statistico per determinare l’esistenza di associazioni tra i livelli di FGF-21 e la mortalità per cause specifiche, lo studio avvalora precedenti osservazioni che avevano dimostrato l’esistenza di relazioni temporali tra i livelli di FGF-21 e le variazioni funzionali a lungo termine osservate nei pazienti con AR.
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Bibliografia Gould PW et al. Circulating fibroblast growth factor-21 levels in rheumatoid arthritis: associations with disease characteristics, body composition, and physical functioning (published online, Nov 1, 2020). J Rheumatol. doi: 10.3899/jrheum.200673 Leggi