Artrite reumatoide e insulino-resistenza, legame molto probabile
Lunedi 8 Giugno 2020
Nicola Casella
Un ampio screening di proteine urinarie ha identificato alcune molecole che potrebbero essere utili per determinare se un paziente ha nefrite lupica attiva. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha anche osservato che le proteine che differenziano la malattia attiva da quella inattiva variano in base all'etnia.
Le limitazioni attuali della biopsia renale Quasi il 60% dei pazienti con LES va incontro a nefrite, e il 10-15% dei pazienti che sviluppano nefrite lupica progrediscono a nefropatia allo stadio finale. Per quanto la biopsia renale rappresenti il gold standard per la diagnosi di coinvolgimento del rene nel LES, le biopsie sono invasive, non ripetibili in modo seriale e potrebbero non rappresentare il rene in toto.
Per identificare i possibili biomarker urinari di nefrite lupica grazie al ricorso alla proteomica, sono stati sottoposti a screening i campioni urinari relativi a 23 partecipanti allo studio – 7 con nefrite lupica attiva, 8 con LES inattivo e 8 controlli sani.
Da questo approccio di screening di più di 1.100 proteine, i ricercatori hanno successivamente validato i biomarcatori candidati mediante test ELISA su 127 pazienti con LES inattivo, 107 con nefrite lupica attiva, 67 con lupus attivo non renale e 74 controlli sani. Le coorti di validazione in questione erano costituite da individui di etnia Afro-Americana, Caucasica ed Asiatica, escludendo pazienti con insufficienza renale e pazienti pediatrici.
Su 12 proteine urinarie studiate, 10 hanno dati risultati predittivi migliori delle misure tradizionali di laboratorio, come C3/C4 e gli anticorpi anti-DNA a doppia elica, nel discriminare la nefrite lupica attiva da quella inattiva.
Un'analisi di regressione Lasso ha mostrato che il modello predittivo migliore includeva 8 delle 12 proteine urinarie sopra indicare, come pure l'etnia. Il modello è stato in grado di discriminare la nefrite lupica attiva dal LES inattivo con una AUC pari a 0,98.
Nello specifico è emerso che le proteine urinarie in grado di discriminare la nefrite lupica attiva dalla malattia inattiva erano: - PF-4 (AUC=0,88), VCAM-1 (AUC=0,87), properdina (AUC=0,85) e ALCAM (AUC=0,84) negli Afro-Americani - sE-selectina (AUC= 0,87), VCAM-1 (AUC= 0,84), BFL-1 (AUC=0,81), emopexina (AUC= 0,80) nei Caucasici - ALCAM (AUC= 0,93), VCAM-1 (AUC=0,92), TFPI (AUC= 0,88), e PF-4 (AUC=0,83) negli Asiatici
Lo studio si connota per l'essere stato il primo ad aver sottolineato l'importanza di adattare la scelta dei biomarcatori in base all'etnia dei pazienti.
Implicazioni dello studio Lo studio suffraga osservazioni precedenti secondo le quali LES e nefrite lupica sono notevolmente influenzate dalla genetica e gli Afro-Americani mostrano un rischio pressochè triplicato, rispetto ai Caucasici, di andare incontro a LES e sviluppare nefropatia allo stadio finale.
“Alla luce dei risultati diversi ottenuti in base all'etnia da alcune proteine urinarie nel predire la nefrite lupica attiva – concludono – è necessaria l'implementazione di uno studio longitudinale per capire come queste molecole correlino con la patologia e con la sua progressione nel tempo, nonché sul ruolo di alcuni di questi biomarcatori – ALCAM, PF-4, properdina, VCAM-1 e sE-selectina – nel mediare la nefrite lupica”.
Nicola Casella
Bibliografia Stanley S et al. Nat Commun. 2020 May 4. doi: 10.1038/s41467-020-15986-3. Leggi