L'utilizzo di contraccettivi orali (OC) potrebbe essere associato ad una riduzione del rischio di artrite reumatoide, (AR) stando ai risultati di un ampio studio di popolazione, caso-controllo, condotto in Svezia e recentemente pubblicato sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.
Tale risultato, comunque, sarebbe osservabile solo nelle donne con positività agli anticorpi ACPA e in quelle utilizzatrici di OC da più di 7 anni. Lo studio, infine, ha anche documentato l'esistenza di una riduzione significativa del rischio di AR nelle donne che allattano al seno.
Per il loro studio, i ricercatori hanno preso in esame 2.578 donne affette da AR e 4.129 volontarie in buona salute provenienti dal the Swedish Epidemiological Investigation of RA study, osservando che quelle che avevano assunto OC avevano una probabilità di andare incontro ad AR inferiore del 13% rispetto a quelle che non avevano mai assunto un OC, anche dopo aggiustamento dei dati in base all'età, all'area residenziale di appartenenza, allo status di fumatrice e al consumo di alcol.
Tale associazione, tuttavia, è risultata statisticamente significativa solo nelle donne con AR ACPA positive – in questo gruppo il rischio si + ridotto del 16% - ma non in quelle sieronegative.
La durata d'impiego di OC è risultata anch'essa associata positivamente ad una riduzione del rischio di AR: le donne che assumevano OC da più di 7 anni mostravano una riduzione percentuale del rischio di AR pari al 19% rispetto alle non utilizzatrici.
Non solo: i ricercatori hanno osservato che le donne fumatrici che non erano mai ricorse alla contraccezione orale presentavano un rischio più che raddoppiato di andare incontro ad AR rispetto a quelle che assumevano OC e non avevano mai fumato. Lo status di fumatrice, però influiva negativamente in quest'ultimo caso, aumentando la probabilità di sviluppare AR del 71%.
A quest'ultimo riguardo, i ricercatori hanno affermato che “...dal momento che l'impiego di OC che, soprattutto, il fumo, sono stati legati ad un incremento della predisposizione allo sviluppo di tromboembolismo venoso (VTE), sarebbe forse opportuno da parte dei medici curanti non consigliare a queste donne di ricorrere alla contraccezione orale”.
I ricercatori, infine, hanno valutato l'influenza dell'allattamento al seno sulla probabilità di sviluppare AR: i dati ottenuti hanno documentato una probabilità di sviluppo di AR inferiore del 23% nelle donne che allattavano per almeno 13 mesi e inferiore del 7% per quelle che avevano allattato per almeno 7-12 mesi rispetto alle donne che non avevano allattato.
Anche in questo caso, l'effetto osservato ha raggiunto la significatività statistica nelle donne con sieropositività agli ACPA.
Nel commentare i risultati, gli autori hanno sottolineano la novità del loro studio sull'impatto dell'impiego di OC sul rischio di AR, uno dei pochi ad aver preso in considerazione nella valutazione dell'associazione sopra menzionata anche lo status anticorpale relativo al fattore reumatoide (RF) e agli ACPA nella valutazione di questa associazione.
“Tali risultati – concludono - presi nel loro complesso, suffragano la tesi che vede nell'AR la coesistenza di due differenti entità nosologiche, ciascuna delle quali caratterizzata da un suo pattern specifico di fattori di rischio”.
Nicola Casella
Bibliografia
Orellana C et al. Oral contraceptives, breastfeeding and the risk of developing rheumatoid arthritis: results from the Swedish EIRA study. Ann Rheum Dis. 2017 Aug 17.
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