Malattie reumatiche

Artrite reumatoide, conferme in fase II per nuovo inibitore di JAK3

Vertex Pharmaceuticals ha annunciato i risultati definitivi di uno studio di fase IIa, in cui l'inibitore orale di JAK3, VX-509, ha migliorato in modo significativo l'attività dell'artrite reumatoide (AR). I dati sono stati resi noti in occasione del Congresso annuale dell'American Association of Rheumatology (ACR) di Chicago.

Il trial ha arruolato 204 pazienti con AR da moderata a severa che non avevano risposto in maniera adeguata ad almeno un farmaco antireumatico modificante la malattia (DMARD). Lo studio ha valutato 4 dosi del farmaco , somministrate due volte al giorno per un periodo di 12 settimane. Prima dello studio i pazienti erano stati trattati con metotressato, ma durante la sperimentazione non hanno ricevuto tale terapia.
Il farmaco ha raggiunto i due endpoint principali dello studio, quali l'ACR20 e il cambiamento del DAS28 a 12 settimane. Inoltre, le dosi più elevate del medicinale hanno raggiunto anche gli endpoint secondari del trial quali, l'ACR50 e 70 a 12 settimane, la remissione DAS28 e la risposta EULAR.

In particolare, dopo 12 settimane di terapia, il 39% dei pazienti che avevano ricevuto la dose da 25 mg del medicinale hanno raggiunto l'ACR20, (p=0,485), il 17% l'ACR50 (p=0,312) e il 7% l'ACR70%. Dei pazienti che avevano ricevuto la dose da 50 mg, il 61% ha raggiunto l'ACR20 (p=0, 007), il 32% l'ACR50 (p=0,011) e il 12% l'ACR70 P=0,201). Dei pazienti che avevano ricevuto la dose da 100 mg, il 65% ha raggiunto l'ACR20 (p=0, 002), il 38% l'ACR50 (p=0,001) e il 18% l'ACR70 P=0,029). Dei pazienti che avevano ricevuto la dose da 150 mg, il 66% ha raggiunto l'ACR20 (p=0, 002), il 49% l'ACR50 (p<0,001) e il 22% l'ACR70 P=0,014). Dei controlli che avevano ricevuto il placebo, il 29% ha raggiunto l'ACR20, il 7% l'ACR50 e il 2% l'ACR70.

Per quanto riguarda il miglioramento del DAS28 a 12 settimane, i pazienti che avevano ricevuto la dose da 25mg del farmaco hanno mostrato un miglioramento di -1,75 (P=0,155), quelli trattati con la dose da 50mg di -2,60 (P<0,001), quelli che avevano ricevuto la dose da 100 mg di -2,70 (P<0,001), quelli trattati con la dose da 150 mg di -3,06 e i controlli di -1,25.
Lo studio ha inoltre valutato la percentuale di pazienti che avevano ottenuto la remissione della patologia stabilita da un valore DAS28 inferiore a 2,6 valutato a 12 settimane. Nello studio, il 12%, il 15%, il 35% e il 37% dei pazienti che avevano ricevuto rispettivamente la dose da 25, 50, 100 e 150 mg del  medicinale hanno ottenuto la remissione clinica della patologia, rispetto al 75 dei controlli.

Il trial ha inoltre analizzato la percentuale di pazienti che avevano ottenuto una risposta EULAR buona o moderata. Nello studio il 59%, il 78% (P<0,0001), il 73% (P<0,007), e il 78% (P<0,0001) dei pazienti che avevano ricevuto rispettivamente la dose da 25, 50, 100 e 150 mg del  medicinale hanno ottenuto una risposta EULAR moderata o buona, rispetto al 42% dei controlli.
Per quanto riguarda i dati di sicurezza, l'80% dei pazienti che avevano ricevuto il farmaco e il 68% dei controlli hanno terminato le 12 settimane di terapia. Il 5% dei controlli e lo 0%, il 2%, il 18% e il 12% dei pazienti che avevano ricevuto rispettivamente la dose da 25, 50, 100 e 150 mg del  medicinale hanno abbandonato lo studio a causa di eventi avversi.
Gli eventi avversi più comuni sia con il farmaco che con il placebo erano le infezioni che si sono verificate nel 17% dei controlli e nel 17% dei soggetti che avevano ricevuto il farmaco. Gli eventi avversi più comuni erano nausea ( 6% con il farmaco e 0% nei controlli), aumento dei livelli di alanina aminotransferasi (4% e 5%) e emicrania (4% e 5%). I pazienti che hanno ricevuto il farmaco hanno presentato inoltre aumento dei livelli di HDL e LDL.

Eventi avversi gravi si sono verificati nel 2% dei pazienti assegnati al placebo e nello 0%, 2%, 13% e 5% dei pazienti che avevano ricevuto rispettivamente la dose da 25, 50, 100 e 150 mg del  medicinale. Le infezioni di grave entità si sono verificate nello 0% dei controlli e nello 0%, 0%, 8% e 5% dei pazienti che avevano ricevuto rispettivamente la dose da 25, 50, 100 e 150 mg del  medicinale.
Un paziente appartenente al gruppo che era stato trattato con il farmaco è deceduto per stroke emorragico e uno per polmonite.

VX-509 è un inibitore di JAK3. JAK3 (Janus chinasi 3) è una tirosin-chinasi implicata nei processi di  trasduzione del segnale che interagisce con le molecole della famiglia delle STAT che migrano nel nucleo e attivano l'espressione genica. JAK3 è espresso principalmente nelle cellule del sistema immunitario, più frequentemente nelle cellule T e cellule NK. Mutazioni che disattivano JAK3 causano l'immunodeficienza combinata grave (SCID). La via JAK/STAT è coinvolta nella risposta a molte citochine.

leggi

Torna all'archivio