Terapia

Artrite psoriasica, nuove linee guida: via i DMARD convenzionali per l'entesite

Stando a quanto riportato in una bozza di nuove linee guida in preparazione, i DMARD convenzionali non saranno inclusi tra i trattamenti accettabili per l’entesite legata all'artrite psoriasica. “L’unico studio controllato su un DMARD come trattamento per l’entesite è stato fatto con sulfasalazina e ha dato esito negativo" ha detto Evan L. Siegel, reumatologo di Rockville, a capo del gruppo di esperti che sta redigendo le raccomandazioni per il trattamento dell’entesite legata all'artrite psoriasica formulate dal Group for Research and Assessment of Psoriasis and Psoriatic Arthritis (GRAPPA).

In un report preliminare su queste linee guida, presentato nel corso del congresso congiunto del GRAPPA e dello Spondyloarthritis Research & Treatment Network (SPARTAN), Siegel ha riferito che le nuove raccomandazioni riconosceranno solo due gradi di entesite: lieve o moderata/grave.

"È difficile distinguere l’entesite moderata da quella grave perché le due forme non sono state trattate come entità distinte negli studi clinici" ha affermato Siegel. Anche il numero di siti in cui la malattia è attiva è in genere di poco aiuto, ha osservato il reumatologo. "Un’attività significativa in un unico sito può essere sufficiente a produrre un importante deficit funzionale in un paziente, mentre un’attività in più siti potrebbe non produrre una sintomatologia o una perdita funzionale marcate in un altro" ha aggiunto lo specialista.

L’entesite - l'infiammazione nel punto in cui tendini o legamenti si attaccano all’osso -si manifesta in una percentuale di pazienti con artrite psoriasica che può arrivare al 70% e in alcuni è il sintomo dominante. Tuttavia, il numero di trial clinici in cui il controllo dell’entesite era l’outcome primario continua ad essere limitato e molte delle raccomandazioni terapeutiche proposte finora si fondano più sul parere di esperti che non su dati effettivi, ha osservato il reumatologo.

Questo vale soprattutto per la terapia raccomandata di prima linea, rappresentata dai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e dalla terapia fisica. Per i FANS, inoltre, le raccomandazioni sottolineano la necessità di monitorare gli effetti collaterali.

Il parere quasi unanime degli esperti del GRAPPA è che FANS e terapia fisica sono efficaci e dovrebbero essere usati in prima battuta sia in caso di malattia lieve sia moderata/grave, anche se i dati a supporto di questa pratica sono limitati.

Per i pazienti con entesite moderata/grave non sufficientemente controllata con i FANS, le alternative comprendono gli inibitori del fattore di necrosi tumorale, ustekinumab, e apremilast. Ci sono dati a supporto di ciascuna di queste opzioni, anche se il gruppo di esperti ha concluso che non ci sono dati di confronto sufficienti per raccomandare uno anziché che un altro.

Piuttosto, il team raccomanda che la scelta delle altre terapie, al di là dei FANS e della terapia fisica, debba essere personalizzata in base alle comorbidità, alle preferenze personali e ad altre considerazioni.

Per quanto riguarda le infiltrazioni di corticosteroidi, il gruppo raccomanda cautela e sottolinea la necessità che a praticarle siano medici esperti. Le preoccupazioni del GRAPPA sono in parte basate sui risultati di una metenalisi che, seppure molto criticata, ha evidenziato un’associazione tra le iniezioni di corticosteroidi e un effetto negativo sull’integrità dei tendini.

Una volta pubblicate, le linee guida riporteranno anche una classificazione della qualità delle evidenze alla base di ogni raccomandazione, nonché la relativa forza della raccomandazione attribuita dal gruppo di esperti.

Alessandra Terzaghi

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