Al via studio italiano su Bisfosfonati e osteonecrosi della mandibola
Mercoledi 10 Dicembre 2008
Coinvolgerà 150mila dei 600mila italiani in cura con i bifosfonati per l'osteoporosi con l'obiettivo di accertare la reale incidenza dell'osteonecrosi della mandibola, una degenerazione delle ossa della bocca, non frequente ma assai grave, legata all'uso di questa nuova generazione di farmaci. E' questo l'identikit dello studio SEISBO, il primo a carattere nazionale lanciato dalla Siommms, la Società italiana dell'Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro. Ne ha dato notizia Gerolamo Bianchi, Presidente della Siommms, in occasione dell'VIII congresso svoltosi a Perugia il 19-22 novembre che ha visto la partecipazione di oltre 1.000 specialisti.
Il progetto Seisbo (Studio Epidemiologico Italiano sulla Sicurezza dei Bisfosfonati nell'Osteoporosi) è patrocinato dall'Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA). Coordinata dalla Siommms, la ricerca si svolgerà in collaborazione con l'associazione dei dentisti (Andi), la Lega Osteoporosi (Lios), la Federazione delle Donne (Fedios), i gruppi Studio del metabolismo osseo (Gismo) e Bifosfondati (Gibis), la Sisbo (Società italiana studio bisfosfonati in odontoiatria) e la società di Chirurgia maxillo facciale.
Tecnicamente, l'osteonecrosi della mascella è una infezione cronica e necrotizzante del tessuto osseo a carattere progressivo, con scarsa tendenza alla guarigione. Nel 68% dei casi colpisce solo la mandibola, nel 28% la mascella, nel 4% entrambe. Poco più di 1.000 gli episodi fin qui segnalati, in maggior parte legati anche all'uso oncologico dei bifosfonati. Sembra in ogni caso accertato che un'accurata igiene orale possa fare moltissimo, che sia anzi decisiva. L'importante è evitare che le ferite dentali si infettino, ovvero occorre che dentista e paziente prendano le opportune precauzioni con sciacqui e antibiotici per due o tre giorni. Torna all'archivio