Al via studio di fase III su belimumab nelle vasculiti ANCA-associate
Mercoledi 1 Maggio 2013
GlaxoSmithKline ha annunciato l'inizio di uno studio di fase III disegnato per valutare efficacia e sicurezza di belimumab in combinazione con azatioprina per il mantenimento della remissione nei pazienti con vasculiti associate ad anticorpi contro gli antigeni citoplasmatici dei neutrofili (ANCA).
Le vasculiti rappresentano un gruppo di patologie caratterizzate da processo infiammatorio e necrotico dei vasi sanguigni, sia arteriosi che venosi, di diverso calibro e di qualsiasi distretto corporeo. L'infiammazione determina ostruzione del vaso interessato e talora alterazioni in senso aneurismatico (dilatazione vaso) con lesioni ischemico-emorragiche degli organi colpiti dal processo infiammatorio.
Uno dei meccanismi coinvolti nella patogenesi delle vasculiti è rappresentato da anticorpi diretti contro antigeni dei neutrofili e chiamati ANCA (anti-neutrophil citoplasmatic autoantibodies) con successiva liberazione di enzimi in grado di produrre danno cellulare e quindi infiammazione. Gli ANCA si riscontrano nell'80% circa dei soggetti affetti da Granulomatosi di Wegener di tipo sistemico, nel 50% dei casi con forme localizzate e nel 50-60% dei casi di poliangioite microscopica e di vasculite di Churg-Strauss.
Belimumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che riconosce in modo specifico e inibisce l'attività biologica dello stimolatore dei linfociti B o BLyS. Il BLyS è una proteina necessaria affinché i linfociti B maturino e diventino plasmociti. Questi ultimi producono gli anticorpi, la prima linea di difesa dell'organismo contro le infezioni. Si ritiene che nel lupus e in talune altre malattie autoimmunitarie alte concentrazioni di BLyS contribuiscano alla produzione di autoanticorpi che aggrediscono e distruggono i tessuti sani dell'organismo stesso. La presenza di autoanticorpi sembra essere correlata alla gravità della malattia.
Nel 2011, belimumab è stato approvato dall'Fda per il trattamento dei pazienti adulti con lupus eritematoso sistemico (LES) che stanno ricevendo la terapia standard e dall'Ema per i pazienti con LES con un'attività di malattia elevata nonostante la terapia tradizionale.