Vivere e lavorare con l'artrite reumatoide in Toscana
Sabato 1 Giugno 2013
L'artrite reumatoide rappresenta la prima causa di disabilità nel mondo occidentale; colpisce circa 300 mila italiani, di cui quasi il 75% donne in età compresa tra i 35 e i 50 anni, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini.
L'incontro "Donne per le donne: sguardi di donne sull'artrite reumatoide", svoltosi presso l'Azienda Ospedaliero- Universitaria Pisana in collaborazione con l'Unità Operativa di Reumatologia e il supporto incondizionato di Roche, ha portato alla luce le enormi sfide che ogni giorno, le donne affette da artrite reumatoide, devono fronteggiare. Nel database dell'Unità Operativa del centro di reumatologia di Pisa ospedale Santa Chiara, sono presenti 3.255 pazienti con AR, di cui circa 1.100 seguiti con regolarità all'interno del centro.
Dal 2001 a oggi sono stati trattati con farmaci biotecnologici, complessivamente, 1.255 pazienti affetti da tutte le patologie reumatiche, di cui 450 affetti da AR. A Pisa, quindi, sono state trattate, con farmaci biologici, circa 450 persone affette da artrite reumatoide, di cui 2/3 donne. L'AR è una malattia cronica che incide fortemente sulla vita relazionale, personale e lavorativa dei pazienti affetti, ma lo scenario può essere ancor più drammatico e invalidante se a esserne colpite sono le donne, costrette, talvolta, a rinunciare alla maternità, vivere con difficoltà la propria sessualità, svegliarsi con rigidità e funzionalità articolare compromessa e convivere con il dolore cronico la loro realtà da sempre duplice, di motore all'interno della famiglia e di persona nel mondo del lavoro.
La progressiva disabilità che caratterizza l'evolversi della malattia incide sulla capacità lavorativa delle pazienti affette con conseguenze drammatiche che possono, spesso, causare la perdita del lavoro. I costi sociali della patologia per pazienti affetti da AR con più di 18 anni d'età stimati per la sola Regione Toscana, si aggirano intorno ai 216,4 milioni di euro l'anno di cui 44.6 milioni di euro rappresentano costi diretti e 104.1 milioni di euro costi indiretti non sanitari. I restanti 67.6 milioni di euro sono, invece, i costi indiretti per le prestazioni previdenziali erogate e per le perdite di produttività dovute alle assenze da lavoro del paziente.[1]
Anche per questi motivi spiega la Dr.ssa Laura Bazzichi - Unità Operativa Reumatologia Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana "è fondamentale riconoscere la malattia nel più breve tempo possibile poiché permette al reumatologo di iniziare una cura che contrasti in modo efficace l'evolversi della malattia".
L'Unità Operativa di Reumatologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria-Pisana, rappresenta un polo d'eccellenza e un importante riferimento per la città di Pisa e per l'intera regione grazie a una struttura di prim'ordine e alla collaborazione di un team multidisciplinare di professionisti quali: reumatologi, fisioterapisti, psicologi, gastroenterologi, ginecologi ed endocrinologi, che assistono il paziente affetto da AR supportandolo in ogni fase e aspetto della manifestazione della malattia. Per tale motivo, recentemente, é stato istituito presso l'Unità Operativa di Reumatologia di Pisa, un ambulatorio dedicato all'artrite reumatoide, per seguire questi pazienti in maniera specifica sia clinicamente sia attraverso un percorso diagnostico selezionato mediante la creazione di un pacchetto di indagini su misura per la malattia in regime di Day Service.
[1] Fonte: Studio Scuola Superiore S. Anna (Pisa), ricerca coordinata dal Prof. Giuseppe Turchetti Torna all'archivio