Spondilite, HLA-B2-positività predice la risposta agli anti-TNF
Domenica 17 Luglio 2011
Nella pratica clinica quotidiana, la positività all'antigene HLA-B27 è il fattore predittivo più potente di una risposta buona e rapida al primo utilizzo di un agente anti-TNF nei pazienti con spondilite anchilosante (SA). E' quanto emerge risultati di uno studio osservazionale norvegese presentato all'ultimo congresso dell'Eular.
Altri fattori di predittiva di una buona risposta secondo i criteri ASDAS (Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score) di attività della malattia sono risultati la giovane età, il sesso maschile, un livello basale elevato di proteina C reattiva (CRP) e un punteggio basale globale più alto del patient global assessment score (la valutazione globale del paziente sul proprio stato di salute).
"Gli inibitori del TNF sono efficaci nel ridurre i sintomi nella spondilite anchilosante, ma non tutti i pazienti hanno una risposta, a volte hanno effetti collaterali e sono farmaci costosi" ha detto Karen Fagerli, reumatologa del Diakonhjemmet Hospital di Oslo, il cui gruppo ha cercato perciò di identificare le caratteristiche dei pazienti risponder, per potere selezionare meglio quelli a cui riservare la terapia con gli anti-TNF e poter quindi trattare soggetti che presentano rapporto rischio-beneficio ottimale".
Come principale misura di outcome è stato utilizzato il punteggio ASDAS e, secondo i ricercatori norvegesi, potrebbe essere la prima volta che si adotta questa misura nell'ambito di uno studio osservazionale.
Per la loro analisi, gli autori hanno utilizzato i dati del registro NOR-DMARD (Norway-Disease-Modifying Antirheumatic Drug), nel quale hanno identificato una popolazione di 171 pazienti con SA che stavano iniziando per la prima volta una terapia con un anti-TNF. L'obiettivo era appunto identificare i fattori predittivi di risposta a questo trattamento usando come misura di outcome l'indice ASDAS, sviluppato di recente. NOR-DMARD è un ampio registro che include tutti i pazienti con artropatie infiammatorie che iniziano il trattamento con un DMARD per la prima volta in cinque centri di reumatologia in Norvegia. I pazienti sono regolarmente valutati al basale, poi dopo 3, 6 e 12 mesi e in seguito una volta all'anno. Un miglioramento importante dell'indice ASDAS è stato definito come una variazione del punteggio di 2 o più punti, obiettivo raggiunto da 32,7% dei pazienti dopo 3 mesi di terapia con gli inibitori del TNF.
Diversi parametri che erano stati identificati come fattori predittivi di risposta nell'analisi univariata non si sono dimostrati statisticamente significativi nell'analisi multivariata; tra questi, il numero di articolazioni tumefatte, il physician's global score, e gli indici BASDAI (Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index) e (BASFAI) Bath Ankylosing Spondylitis Functional Activity Index.
I pazienti che erano HLA-B27-positivi avevano una probabilità molto maggiore di ottenere un miglioramento importante dell'ASDAS a 3 mesi rispetto a quelli HLA-B27-negativi (odds ratio, 6,72; IC al 95% 1,33-33,87; P = 0,02). Anche livelli basali di PRC superiori a 10 mg/l sono risultati fattori predittivi significativi di una risposta rapida al trattamento (OR 5,31; IC al 95% 2,23-12,42; P < 0,001). Il fattore predittivo più forte successivo era il sesso maschile, tanto che gli uomini sono risultati avere probabilità tre volte maggiore rispetto alle donne di trarre beneficio da un trattamento con anti-TNF a 3 mesi (OR 2,69; IC al 95% 1,04-7,00; P < 0,04). Tuttavia, la maggior parte della popolazione in studio (il 73,4%) era di sesso maschile.
Per ogni anno di età in più, la probabilità di ottenere un miglioramento importante dell'ASDAS diminuiva ed era massima nei pazienti più giovani(OR 0,95; IC al 95% 0,91-1,00, P < 0,03). Inoltre, per ogni aumento di 10 mm nella scala VAS da 0 -100-mm nella valutazione globale del paziente, la possibilità di avere una buona risposta aumentava (OR 1,75; IC al 95% 1,40-2,19; P < 0,.0001) .
Nel loro insieme, questi dati potrebbero aiutare i medici a identificare i pazienti che non possono rispondere al anti-TNF, ma anche dovrebbero anche essere i primi a cui assegnare questo trattamento. Tuttavia, ha detto Fagerli in un'intervista, non si sa ancora come usare queste informazioni a livello individuale. "Sappiamo per certo che ci sono pazienti senza alcuna delle caratteristiche identificate nel nostro studio, in cui si ottiene comunque una risposta, quindi abbiamo trovato solo un piccolo tassello del puzzle".
Predictors of Asdas major improvement in patients with ankylosing spondylitis (AS) receiving their first Tnf inhibitor. results from a longitudinal observational study K.M. Fagerli, E. Lie, M.S. Heiberg, D. van der Heijde Congresso Eular 2011, Abstract OP0145 leggi Torna all'archivio