Sclerosi sistemica diffusa cutanea, il miglioramento del punteggio cutaneo modificato di Rodnan va in parallelo con il miglioramento complessivo di malattia
Venerdi 6 Settembre 2019
Nicola Casella
Il miglioramento complessivo della severità di sclerosi sistemica cutanea (dcSSc) diffusa all’esordio si associa ad un miglioramento dell’outcome cutaneo sia ad 1 che a 2 anni. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Rheumatology, che suggeriscono l’utilità del punteggio cutaneo modificato di Rodnan (mRSS) come indicatore del miglioramento della severità complessiva di malattia nei trial clinici.
Razionale e disegno dello studio La sclerosi sistemica diffusa cutanea (dcSSc) si caratterizza per un ispessimento cutaneo marcato in corrispondenza del gomito o delle ginocchia. Questo sottotipo di SSc si associa ad una prognosi peggiore e ad una qualità della vita più ridotta rispetto alla SSc limitata. “In particolare – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro – una malattia cutanea più estesa in condizioni iniziali è predittiva di coinvolgimento renale e a cardiaco (danno d’organo), riduzione della sopravvivenza, della funzionalità della mano, come pure di un incremento della disabilità”.
“Ad oggi, tuttavia – continuano – non è ancora chiara la relazione esistente tra le variazioni a livello cutaneo nel corso del tempo e quelle della patologia sistemica, soprattutto nelle fasi iniziali di malattia, dove lo scopo del trattamento farmacologico è quello di prevenire, auspicabilmente, il danno fibrotico diffuso. Al contempo, va anche ricordato come esista una tendenza naturale alla regressione dell’ispessimento cutaneo dopo 3-5 anni, quando le atrofie cutanee (…) mentre è difficile avere documentazioni di danno d’organo di nuova insorgenza dopo 5 anni”.
Il punteggio cutaneo modificato di Rodnan (mRSS) è spesso utilizzato come outcome primario nei trial clinici e misura, come è noto, la severità di malattia cutanea. Questa sua peculiarità d’impiego, pertanto, ha sollecitato domande su un possibile ruolo predittivo di questo parametro come surrogato della severità di malattia sistemica.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di verificare la fondatezza di questa ipotesi, che ha considerato, per l’analisi, i dati relativi a pazienti con dcSSc presenti nel Canadian Scleroderma Research Group Database, aventi un punteggio mRSS≥7, seguiti in un follow-up della durata di un anno (n=154) e 2 anni (n=128).
Tutti i pazienti considerati per l’analisi in questione avevano una durata di malattia non superiore a 5 anni e nessuna evidenza di danno d’organo allo stadio finale e/o presenza di comorbilità significative alla prima visita di presa in carico.
Per entrambe le coorti di follow-up i ricercatori hanno fatto ricorso al punteggio mRSS, mentre la severità di malattia è stata valutata attraverso il punteggio somma Medsger (DSS; deprivato del “dominio” cutaneo). Inoltre, sono state prese in considerazione le valutazioni globali di malattia medico-paziente, la funzione fisica (mediante indice HAQ-DI) e la qualità della vita (punteggio SF-36, PSC: physical component summary).
Risultati principali Quasi il 50% dei pazienti della coorte di follow-up ha sperimentato un miglioramento della malattia cutanea (riduzione del punteggio mRSS uguale o superiore a 5 punti e/o di entità percentuale non inferiore al 25%). Inoltre, sempre nella stessa coorte, i partecipanti che avevano sperimentato un miglioramento dell’outcome cutaneo hanno avuto anche un miglioramento significativo degli altri outcome considerati, in particolare della severità di malattia (punteggio DSS; p=0,038), della valutazione globale del danno d’organo fatta dal clinico (p=0,003) e della qualità della vita (punteggio SF-36 relativo alla componente fisica; p=0,034).
I ricercatori hanno anche documentato l’esistenza di correlazioni positive e statisticamente significative tra le variazioni di mRSS e quelle del punteggio somma DSS di severità di malattia (p=0,006). Nel 20,3% dei pazienti (n=26) con peggioramento della malattia cutanea a 2 anni (incremento di mRSS uguale o superiore a 5 punti e/o non inferiore al 25%), si sono avuti sia un peggioramento del punteggio DSS somma (p=0,01), che della valutazione globale fatta dal clinico (p<0,009).
Limiti e implicazioni dello studio Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso che un limite importante dello studio risiedeva nel fatto che, probabilmente, alcune misure utilizzate (valutazione globale medico-paziente, punteggio HAQ-DI e SF-36) includevano già una valutazione intrinseca della severità del coinvolgimento cutaneo di malattia, contribuendo in tal modo alle correlazioni osservate. Per questa ragione la misura di outcome primario della severità di malattia era rappresentata dai punteggi somma DSS deprivati della componente cutanea. Inoltre, sono stati ricordati altri limiti intrinseci dell’analisi, quali la ridotta numerosità del campione di pazienti, e il riscontro di dati mancanti relativi ai punteggi somma DSS.
Ciò premesso, lo studio suggerisce in modo chiaro e inequivocabile la possibilità che un miglioramento del punteggio mRSS nel trial sull’impiego di farmaci possa correlare anche con un miglioramento complessivo di malattia.
Nicola Casella
Bibliografia Zheng B et al, for the Canadian Scleroderma Research Group. Changes in skin score in early diffuse cutaneous systemic sclerosis are associated with changes in global disease severity [published online July 29, 2019]. Rheumatology (Oxford). doi:10.1093/rheumatology/kez299. Leggi