Sclerodermia, acetato di vinile possibile fattore di rischio
Domenica 6 Giugno 2010
Tre le possibili cause all'origine della sclerodermia potrebbe esserci l'esposizione all'acetato di vinile, una sostanza contenuta nelle colle. A sostenerlo è un gruppo dell'Istituto di medicina del lavoro dell'Università Cattolica di Roma, coordinato da Nicola Magnavita e da Antonio Bergamaschi, con un lavoro pubblicato sull'ultimo numero di Occupational and Environmental Medicine, rivista che fa parte del gruppo del British Medical Jorunal.
L'eziopatogenesi della malattia - ancora poco chiara - è probabilmente multifattoriale, ma tra i molti fattori endogeni ed esogeni coinvolti, i rischi professionali potrebbero svolgere un ruolo chiave. Ma le cause ambientali sono ancora poco note, con l'unica eccezione del cloruro di vinile monomero. "In caso di intossicazione professionale" spiega Magnavita "è noto tempo che questa molecola produce un quadro tipico, caratterizzato da acrosteolisi, fenomeno di Raynuad e morfea. Questa osservazione ci ha spinto a cercare altri fattori professionali che potessero essere associati alla sclerodermia, per la quale non si dispone ancora nemmeno di un modello sperimentale".
Il team dell'ateneo romano ha osservato di recente un cluster di scleroderma localizzato e sistemico (cinque casi) in un piccolo gruppo di operaie grafiche che per un certo periodo hanno usato impropriamente colle poliviniliche contenenti fino all'1% di acetato di vinile.
" Sull'ultimo numero della rivista" racconta Magnavita "la rete francese per la sorveglianza delle nuove malattie professionali emergenti, ha recensito le nostra recente segnalazione relativa a questo cluster di sclerodermia, mettendola in relazione con le ricerche prodotte da 30 centri ospedalieri universitari, che hanno indagato altre possibili concause".
L'indagine italiana, uno studio di epidemiologia occupazionale applicata alla pratica clinica, ha preso le mosse dall'osservazione di segni di connettivite in una paziente ricoverata al Policlinico Gemelli. "Durante la raccolta dell'anamnesi lavorativa" continua Magnavita "la donna ha riferito che altre lavoratrici della stessa azienda presentavano sintomi simili. La ricerca attiva di questi casi ha consentito di dimostrare che altre quattro colleghe, su un totale di 24 addetti, avevano sviluppato la stessa patologia".
Ancora tutto da scoprire il meccanismo con cui l'acetato di vinile agisce come fattore di rischio o addirittura agente eziologico per questa malattia, ma potrebbe essere coinvolta l'acidificazione dell'ambiente endocellulare. È noto che l'esposizione al vinilacetato è associata a questo fenomeno, che porta a effetti citotossici e mitogeni, ritenuti l'evento sentinella che può precedere il cancro. "Ma è altresì noto che la produzione di autoanticorpi nella sclerodermia dipende da una fase di acidificazione cellulare" spiega il ricercatore.
"Ci vorranno dunque nuovi studi, sia sperimentali sia epidemiologici, per chiarire la consistenza di questa possibile associazione tra l'acetato di vinile e la malattia, e i suoi meccanismi di base". Bisognerebbe escludere, per esempio, che la relazione osservata possa essere dovuta alla presenza di cloruro di vinile come contaminante nelle colle a base di acetato di vinile.
"Quello che abbiamo fatto, cioè l'osservazione di un cluster di eventi morbosi in un gruppo di persone, è solo un piccolo, primo passo" avverte Magnavita. "Non è certo la dimostrazione di un nesso causale, ma solo di un'associazione epidemiologica, che ha fatto nascere un sospetto. Ora si dovrebbe procedere con uno studio caso-controllo o, ancora meglio con uno studio di coorte. La strada da percorrere è ancora lunga". E in questo senso, "lo scambio di informazioni con altri centri è assolutamente fondamentale". Torna all'archivio