Reumatologia, a Olbia i biologici sono finiti, pazienti senza terapia. Denuncia di APMARR
Martedi 3 Dicembre 2019
Da una settimana l’Ospedale San Giovanni Paolo II di Olbia non può somministrare a chi è affetto da malattie reumatiche i farmaci biologici necessari per le loro cure a causa, come spiegato dalla farmacia del presidio ospedaliero, “dell’esaurita disponibilità contrattuale”.
E' quanto denunciato da APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) per voce di Mariella Piredda, referente APMARR Regione Sardegna: “Chiediamo che sia ripristinato al più presto il diritto alla cura delle persone con malattie reumatiche. Smettiamo di curarci perché finiscono i soldi? Non possiamo interrompere improvvisamente le cure per un periodo prolungato di tempo a causa del mancato rifinanziamento del budget”.
APMARR sul tema è già in contatto con le Istituzioni: “Abbiamo già parlato del problema con Antonello Tanda, consulente dell’assessore alla Sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu – spiega Piredda. APMARR è disponibile ad organizzare un incontro in Regione nel quale discutere di queste problematiche, condividendo e costruendo assieme un percorso per evitare che la mancata tutela di un diritto come quello della salute e alle cure, sancito dalla nostra Costituzione, possa ripetersi di nuovo in futuro”. La mancata erogazione di farmaci biologici si era già verificata infatti, non più tardi di due mesi fa, nelle ASL di Olbia, Carbonia-Iglesias, Nuoro e Oristano.
Esiste poi anche il tema dell’aderenza terapeutica: “L’aderenza terapeutica è importante – dice Antonella Celano, presidente di APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) ed è assurdo che questa venga a mancare quando addirittura è il nostro Servizio Sanitario che viene meno nell’erogazione dei farmaci, impedendoci quindi di essere aderenti alla terapia come raccomandato dal medico e come dovremmo esserlo per far sì che il farmaco funzioni e non ci sia uno spreco di soldi. La mancata aderenza significa – conclude Celano - che noi mandiamo all’aria tutto il trattamento che stiamo facendo, senza proseguirlo nei termini previsti dagli studi che sono stati fatti per quel farmaco”.