Si chiamano Baloo, Maso e Dax. Sono i tre golden retriever impiegati per aiutare nelle cure i pazienti affetti da connettivite e artrite e valutare l'efficacia scientifica della pet therapy in reumatologia.
Fanno parte di uno studio pilota che ha coinvolto una ventina di pazienti portato avanti da gennaio a giugno di quest'anno nel reparto day hospital di reumatologia dell'Azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze. Sostenuto dalla Fondazione Careggi e coordinato dalla dottoressa Ginevra Fiori con la supervisione del professor Marco Matucci Cerinic, direttore Sod reumatologia dell'Aou Careggi.
Con questo progetto si vuole, da un lato, approfondire la relazione in modo da portare benefici sia in termini di miglioramento dell'umore che della mobilità, e dall'altra sviluppare una ricerca che confermi e misuri i dati evidenziati nel corso del progetto, per poterne misurare l'efficacia, la ripetibilità e quindi l'utilità in campo medico.
Un gruppo multidisciplinare composto da medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti, veterinari oltre ai conduttori dei cani si occupa di seguire e coordinare il progetto, in modo da dare evidenza scientifica ai risultati.
Il cane ha la funzione di aiutare il paziente ad abbassare le proprie barriere emotive e incoraggiarlo ad affrontare nuove terapie e nuovi percorsi di vita. Un'interazione che serve poi a misurare, mediante test specifici, vari aspetti della sfera emotiva, come la riduzione dell'ansia, dell'integrazione sociale e della qualità di vita. La seconda parte dello studio ha invece come obiettivo la valutazione della mobilità degli arti superiori.
In ambito reumatologico è la prima volta che si cerca di dimostrare l'efficacia della pet therapy a livello scientifico.