ReumaNet 2011, specialisti ambulatoriali e ospedalieri in prima linea
Domenica 11 Settembre 2011
Si svolgerà a Catania i prossimi 16 e 17 settembre la seconda edizione di Reumanet, il convegno di reumatologia coordinato da Giovanni D'Avola e dedicato agli specialisti in reumatologia impegnati nell'assistenza ambulatoriale nel territorio e negli ospedali.
Il convegno si propone di costituire un linguaggio scientifico condiviso tra gli specialisti del territorio, dell'ospedale ed i medici di famiglia, come già avvenuto nella scorsa edizione del 2010.
Quest'anno il tema sarà quello dei "Percorsi clinico-assistenziali nelle patologie osteo-articolari" e vedrà l'intervento di numerosi specialisti provenienti da ogni parte d'Italia. Il programma prevede cinque sessioni e una tavola rotonda finale che indagherà sulla rete reumatologica in Italia, analizzando le diverse realtà presenti nelle regioni italiane. Infine, sono previsti due corsi pratici: il primo di medicina manuale, nel pomeriggio del giorno 16 e il secondo dedicato ai fisioterapisti la mattina del giorno 17.
Per meglio comprendere il significato del convegno abbiamo rivolto alcune domande al Dott. Giovanni D'Avola.
Qual è il significato del convegno ReumaNet? Questo congresso di carattere nazionale intende essere un'apertura al territorio per far si che la medicina pesi di meno sul sistema ospedaliero. In questo momento storico della sanità italiana, tutti coloro che svolgono un'attività di tipo ambulatoriale hanno un ruolo molto importante nell'assicurare un'assistenza di qualità nel rispetto dei conti economici.
Qual è il ruolo attuale degli specialisti ambulatoriali? A fronte di una contrazione dei posti letto che caratterizza gran parte delle specialità, e dunque anche la reumatologia, è proprio attraverso il lavoro negli ambulatori degli ospedali e del territorio che è possibile fornire assistenza al numero crescente di malati reumatici senza pesare troppo sulle dissestate finanze regionali e statali. Oggi il costo dei posti letto è diventato molto elevato e la riorganizzazione della sanità italiana, ancora in atto e non sicuramente terminata, non potrà non tener conto dell'importanza delle malattie reumatiche. Ecco perché il numero degli specialisti reumatologi e degli ambulatori potrà in alcuni casi aumentare ma certo non essere ridotto.
A chi si rivolge il convegno? A tutti gli specialisti impegnati negli ambulatori del territorio e degli ospedali italiani. Essi sono in grado di fornire assistenza diagnostica strumentale e terapie efficaci senza avvalersi di posti letto.
Come si integrano questi specialisti con gli altri colleghi reumatologi? Il successo di queste reti è nella integrazione innanzitutto delle reti di I e II livello con i medici di famiglia ambulatoriali. La gestione dei pazienti dovrà essere discriminata a seconda del livello di competenza per poi avvalersi delle reti di III livello per i casi più gravi.
Quali sono i pazienti che devono far riferimento alle reti di III livello? Per fare qualche esempio, i casi di Lupus più impegnativi, le sclerodermie impegnative, le malattie reumatiche in fase molto aggressiva, i casi complicati di qualunque natura e i pazienti con seri eventi avversi iatrogeni. Questi casi dovranno essere indirizzati in ambienti protetti, ospedalieri o universitari.
Quali sono le patologie di cui parlerete durante il congresso? Le patologie infiammatorie articolari e del connettivo, quelle degenerative della cartilagine le patologie a carico del metabolismo dell'osso.
Quante persone aspettate al congresso? Circa 200, quasi tutti specialisti che operano negli ambulatori di reumatologia ospedalieri e del territorio, più qualche collega ortopedico, fisiatra o medico di famiglia. A tutti loro un sincero augurio di buon congresso.