Odanacatib riduce la degradazione ossea in corso di metastasi ossee
Giovedi 19 Giugno 2008
Un nuovo studio di fase II evidenzia come odanacatib (MK-0822) sia in grado di ridurre i marker della degradazione ossea in donne con metastasi ossee a seguito di tumore alla mammella. Il nuovo farmaco agisce come potente inibitore selettivo della catepsina K, un enzima ad attività catalitica implicato nella distruzione ossea.
Lo studio verrà presentato il prossimo 3 giugno all'American Society of Clinical Oncology (ASCO) La Catepsina K è un enzima umano ad attività catalitica coinvolto nel riassorbimento osseo. La capacità dell'enzima di catabolizzare l'elastina, il collagene e la gelatina gli consente di distruggere l'osso e la cartilagine. Il farmaco agisce con un meccanismo d'azione completamente nuovo ed è quindi un nuovo approccio terapeutico per la terapia delle metastasi ossee.
Nello studio, una terapia orale con 5 mg di odanacatib (n=29) riduce del 77% rispetto al basale i livelli urinari di N-telopeptide (uNTx), un marker del riassorbimento osseo. I risultati apprezzabili erano già visibili al 7° giorno di terapia, il primo momento di misurazione. E' il primo studio in cui si sia valutato il farmaco in pazienti con metastasi ossee. Con queste premesse, inizierà adesso un ampio studio di fase III.
Da un punto di vista epidemiologico il problema è rilevante: le metastasi ossee nell'adulto rappresentano la causa più frequente di lesione distruttiva dello scheletro. Le lesioni sono già presenti al momento della diagnosi in circa il 30% dei pazienti con carcinoma alla prostata, 25% delle pazienti con carcinoma mammario e tra il 5 e il 21% dei pazienti con carcinoma polmonare. Nel neuroblastoma, che è il più frequente tumore solido extra-cranico dell'età pediatrica, le metastasi ossee hanno un'incidenza pari al 55%. Le metastasi ossee sono causa di dolore, osteolisi, frattura patologica, gravi complicazioni neurologiche, ipercalcemia ed anemia. Leggi l'abstract presentato all'ASCO Torna all'archivio