Sul numero di maggio di "Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes" è stato pubblicato uno dei più ampi studi finora condotti per valutare la sicurezza dei farmaci antinfiammatori, specialmente per i pazienti cardiopatici. Lo studio, condotto dal gruppo del Prof. Wayne Ray della Vanderbilt University School of Medicine, ha evidenziato che naproxene ha un miglior profilo di sicurezza cardiovascolare rispetto a diclofenac, ibuprofen, e alte dosi di rofecoxib e celecoxib.
Quello pubblicato su Circulation è uno studio retrospettivo di coorte che ha esaminato la sicurezza cardiovascolare di vari farmaci antiinfiammatori in 48.566 pazienti ospedalizzati per IMA, rivascolarizzazione o angina instabile.
I dati, che si riferiscono al periodo 1999-2004, provenivano da tre ampi database : il programma Medicaid del Tennessee, il database canadese di Saskatchewan e il britannico General Practice Research Database. I farmaci somministrati ai pazienti prima del ricovero ospedaliero provenivano dalle farmacie e dai database dei medici di famiglia. L'end point primario dello studio era la grave malattia cardiaca costituita da infarto acuto del miocardio e morte per insufficienza cardiaca.
I risultati hanno evidenziato che naproxene tra quelli studiati è il farmaco antiinfiammatorio con miglior sicurezza cardiovascolare. Il rischio relativo di malattia cardiovascolare (IMA, stroke o morte per ogni causa) è risultato così distribuito: Naproxene (0,88), Ibuprofene (1,18), Doclofenac (1,27), Celecoxib (1,03), Rofecoxib (1,19). Altri risultati dello studio hanno evidenziato che diclofenac rispetto a chi assumeva naproxene determina un aumento del 44% del rischio di grave malattia cardiaca e del 52% del rischio di IMA, stroke o morte per ogni causa. Il rischio è stato evidenziato sia con dosi ridotte o moderate di diclofenac (< 150 mg/die) e anche per dosi superiori.
Dovremo attendere almeno fino al 2011 per conoscere i risultati dello studio PRECISON che sta valutando la sicurezza di celecoxib, naproxene e ibuprofen in pazienti a moderato rischio cardiovascolare e che probabilmente fornirà risposte definitive su questo argomento. Lavoro pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and OutcomesTorna all'archivio