Malattie reumatiche, costi in crescita esponenziale
Martedi 28 Luglio 2009
In occasione del convegno "Malattie reumatiche: lo stato dell'arte e prospettive di un fenomeno ad alto impatto socioeconomico", svoltosi al Senato della Repubblica lo scorso 9 giugno, è stata presentata una ricerca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Per la prima volta, in Italia e altrove, oltre a fotografare l'impatto dell'artrite reumatoide su diverse categorie professionali, la ricerca ha elaborato una proiezione temporale, a 30 anni, per tracciare il quadro dell'evoluzione, in termini di costi a carico del SSN, delle patologie reumatiche croniche più diffuse e, allo stesso tempo, più invalidanti: l'artrite reumatoide e le spondiloartropatie.
Autore dello studio per determinare i costi di queste patologie nei prossimi 30 anni è il prof. Americo Cicchetti, docente di Organizzazione Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che, con un modello previsionale di tipo "cost of illness", ha stimato i costi dell' artrite reumatoide e delle spondiloartropatie, considerandoli come variabili direttamente dipendenti dall'evoluzione naturale della patologia e simulandone la dinamica temporale. «Partendo da dati epidemiologici diffusi da studi di rilevanza internazionale - spiega il prof. Cicchetti - abbiamo ricostruito la storia naturale delle due classi di patologie, considerandone, a seconda della severità, la divisione in stadi e stimando la probabilità con cui, in assenza di trattamenti e col passare degli anni, ogni individuo evolve da uno stadio all'altro di severità maggiore. Per l'artrite reumatoide, complessivamente abbiamo considerato 411.692 soggetti attualmente malati divisi nei 4 stadi di severità ipotizzati e ne abbiamo seguito l'evoluzione nei prossimi 30 anni, includendo anche i nuovi soggetti che contrarranno la patologia nel corso di tale orizzonte temporale. I primi risultati originati dal modello mostrano come, per quanto riguarda l'artrite reumatoide, nei prossimi 30 anni il costo annuo sarà variabile fra i 3,3 (dati 2009) ed i 4 mld di euro (picco stimato al 2029), sempre considerando la somma di costi diretti ed indiretti. Per quanto riguarda invece le spondiloartropatie - precisa il prof. Cicchetti - sebbene i dati reperiti non abbiano consentito di effettuare stime accurate come nel caso dell'artrite reumatoide, è stato possibile stimare un costo annuo (a livello nazionale) di circa 722 milioni di euro».
L'Organizzazione Mondiale della Sanità indica che le malattie reumatiche sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa, e che, da sole, rappresentano la metà delle malattie croniche che colpiscono la popolazione al di sopra di 65 anni (Fonte Ministero della Salute).
In Italia, si stima che più di cinque milioni di abitanti, ovvero quasi un decimo della popolazione, di cui il 40% in età lavorativa, soffrano di malattie reumatiche, che sono al primo posto fra le patologie cronico-degenerative e rappresentano la seconda causa di invalidità. (Fonte Inter. Parlamentare di D. Scilipoti, 29 gennaio 2009). "Ammalarsi oggi - sottolinea Antonella Celano, Presidente dell'Anmar - in una società caratterizzata dal mito dell'apparire, della perfezione, dell'efficienza, della produttività, significa avere enormi difficoltà d'integrazione sociale e lavorativa. La malattia cronica obbliga la persona colpita a modificare il proprio stile di vita e ad impegnare parte del tempo e delle energie nella cura della problematica che lo affligge. I problemi che la persona con patologia reumatica deve affrontare non sono solo di carattere soggettivo, e quindi accettazione e riconoscimento della malattia, ma sono anche di carattere oggettivo. Infatti le variabili esterne, che inevitabilmente creano problemi di carattere oggettivo, riguardano non solo le barriere architettoniche, ma anche l'accesso alle terapie, differente tra le diverse regioni d'Italia, le commissioni di invalidità e l'esenzione ticket, le liste di attesa troppo lunghe, la scarsa esistenza di strutture per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie reumatiche, le poche strutture riabilitative, e così via. Prendere coscienza della propria malattia può essere d'aiuto per una migliore gestione della propria condizione".Torna all'archivio