Malattie reumatiche: con la crisi economica a rischio cure e posti letto
Lunedi 21 Novembre 2011
La Società Italiana di Reumatologia, in occasione della conferenza stampa di presentazione del XLVIII Congresso Nazionale, evidenzia come il contesto economico attuale e i tagli alla spesa sanitaria rischiano di ripercuotersi sulla salute dei malati reumatici, sia in termini di disponibilità di terapie innovative, mirate ed efficaci, sia in termini di ricovero nei reparti di Reumatologia.
"È fondamentale garantire che i farmaci necessari vengano prescritti, monitorati e somministrati in modo appropriato, nel rispetto delle linee guida e tenendo conto delle caratteristiche specifiche di ciascun paziente - ha spiegato il Presidente della SIR, Prof. Giovanni Minisola, Direttore della Divisione di Reumatologia dell'Ospedale "San Camillo" di Roma - Un razionamento improprio dei farmaci biologici, ad esempio, si ripercuoterebbe esclusivamente sui pazienti, costretti alla mobilità sanitaria, se non alla sospensione della terapia. Il taglio indiscriminato e irrazionale dei posti letto priverà i malati della possibilità del ricovero diagnostico e terapeutico specialistico e del loro diritto alle cure più opportune e ad essere seguiti dallo specialista competente. L'uso appropriato delle risorse non è solo etico ma anche economicamente meno dispendioso, poiché i costi indiretti si riducono in misura proporzionale al blocco della progressione della malattia."
In Italia, sono oltre 5 milioni le persone sofferenti e di queste circa 800.000 sono colpite da forme croniche come l'Artrite Reumatoide e le Spondiloartritii. Le stime del costo medio per paziente e sull'utilizzo dei farmaci risultano già oggi inferiori nel nostro Paese rispetto alla media europea: ad esempio, l'8% dei pazienti è trattato con i farmaci biologici, rispetto al 30% della Norvegia.
Nel nostro Paese, la spesa farmaceutica annuale per farmaci a utilizzo reumatologico è di circa 1,5 miliardi di euro e di 3 miliardi è il costo misurato in termini di perdita di produttività. Tra perdite di produttività, care giver e cure informali, si stima che il totale dei costi indiretti delle malattie reumatiche più gravi, come l'Artrite Reumatoide, sia pari a circa i 2/3 dei costi totali, con solo 1/3 dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, essendo il costo annuo medio per paziente di 8.000 euro.
Aspetti tanto più rilevanti se si pensa che le malattie reumatiche, in particolare l'Artrite Reumatoide che da sola comporta 13 milioni di giornate di assenza dal lavoro all'anno, colpiscono soprattutto persone giovani, nel pieno della vita lavorativa e sociale. Se non controllate dai farmaci che di volta in volta risultano più indicati, le malattie reumatiche comportano progressiva disabilità e perdita di autosufficienza. Una diagnosi e un trattamento corretto e precoce conducono ad una migliore prognosi e ad una riduzione della disabilità. Tuttavia vi è un'estrema eterogeneità extra ed intraregionale sia per quanto riguarda la possibilità di accedere a strutture specialistiche sia per l'uso delle terapie più moderne ed efficaci.
"Ministero e Regioni dovrebbero incentivare l'adozione di percorsi diagnostico-terapeutici precoci e appropriati e attivare un network tra centri specialistici e medici di medicina generale che consentirebbe di evitare attese inutili, dando priorità alle vere emergenze reumatologiche - ha concluso Minisola - È, quindi, indispensabile che tutte le Regioni provvedano subito all'inclusione delle patologie reumatiche all'interno dei loro Piani sanitari e prevedono piani di intervento concreti e non fumosi basati sui fatti e non sulla propaganda." Torna all'archivio