La scomparsa del Prof. Stefano Di Vittorio, avvenuta nei giorni scorsi, è sicuramente una grande perdita per tutti i reumatologi italiani.
Galantuomo di carattere schivo, poco propenso all'esteriorizzazione ed ai commenti, apparteneva a quella ormai ridotta schiera di reumatologi clinici che sapeva utilizzare la semeiotica con semplice maestria ed enorme padronanza. Alcuni ricorderanno ancora la sua lezione pratica sul paziente durante il 3° Congresso nazionale del CROI svoltosi a Telese Terme nel 1999, quando seppe - con semplicità - svelare, ad un attentissimo audience, come potessero coesistere patologie reumatologiche apparentemente non collegate e, quanto, l'una complicasse l'altra nel produrre un disagio articolare di notevole gravità.
Tra i soci fondatori del nostro Collegio dei Reumatologi Ospedalieri, aveva fatto a lungo parte del Consiglio Direttivo dello stesso CROI e della Società Italiana di Reumatologia, in cui ricopriva l'incarico di Presidente onorario.
Più di tutto, però, piangiamo l'amico che sempre sapeva incoraggiarci a progredire nel cammino di progresso della reumatologia in Italia. Ci mancherà.
Alla figliola Chiara, nostra collega reumatologa torinese, giungano i sentimenti di più viva partecipazione dell'intero Collegio dei Reumatologi Ospedalieri Italiani e della nostra testata giornalistica. Torna all'archivio