IL-17: nuovo target terapeutico nell'artrite psoriasica?
Domenica 22 Novembre 2015
Uno studio di Fase III presentato nel corso dell'edizione 2015 del congresso dell'ACR (American College of Rheumatology) ha dimostrato l'efficacia di ixekizumab, un anticorpo monoclonale in fase di sperimentazione clinica, nel migliorare sia l'attività di malattia che la funzionalità fisica in pazienti con artrite psoriasica (PsA) attiva naive al trattamento con altri farmaci biologici.
Tali dati fanno ben sperare in un prossimo ampliamento dell'armamentario terapeutico a disposizione contro la PsA, una condizione caratterizzata da molteplici manifestazioni cliniche quali l'artrite, l'entesite, la dattilite e la spondilite in aggiunta alle manifestazioni a livello della cute e delle unghie e attualmente trattata con FANS, DMARD tradizionali, farmaci biologici (anti-TNF) e, recentemente, apremilast.
I pazienti affetti da questa malattia, nonostante l'ampia disponibilità di opzioni terapeutiche disponibili, potrebbero non rispondere più o diventare intolleranti alle terapie sopra menzionate – scrivono gli autori nell'abstract presentato al congresso – . Tutte le molecole che hanno meccanismi d'azione alternativi alle opzioni attualmente disponibili sono, pertanto, benvenute!
Ixekizumab fa parte di una pattuglia di nuovi farmaci biologici che hanno come target l’IL-17A e che si affiancheranno agli attuali anti TNF ampiamente usati per la terapia delle patologia su base immunologica. Altri farmaci anti IL-17 sono secukinumab di Novartis - approvato dall’Ema lo scorso gennaio per il trattamento della psoriasi mentre pochi giorni fa Il Comitato per i prodotti medicinali per uso umano (CHMP) dell'Ema ha approvato il suo utilizzo in Europa anche nei pazienti affetti da spondilite anchilosante (SA) e artrite psoriasica (Psa) (2) - e brodalumab - sviluppato inizialmente da Amgen e AstraZeneca - ora di proprietà solo di Astrazeneca (3) che dovrà decidere sul futuro di questa molecola.
La molecola in questione è un anticorpo monoclonale IgG-4 che si lega con affinità e specificità elevata alla citochina sopra-menzionata, che risulta essere coinvolta nella psoriasi, nella PsA e nelle spondiloartropatie.
Per valutare gli effetti di ixekizumab nella PsA attiva in pazienti DMARDb-naive, i ricercatori hanno reclutato 417 pazienti che avevano almeno tre articolazioni dolenti e tumefatte, una o più erosioni documentate per via radiografica in corrispondenza della mano e del piede, livelli di proteina reattiva C > 6 mg/L allo screening e una storia di psoriasi.
I pazienti reclutati nello studio avevano un'età media di 50 anni e una distribuzione tra i sessi pressochè sovrapponibile, una durata di psoriasi compresa tra i 15 e i 17 anni e di PsA compresa tra i 6 e i 7 anni. All'inizio del trial era documentabile la presenza di entesite in ragione del 50-60% e di dattilite in ragione del 22-50%.
Questi pazienti sono stati randomizzati al trattamento per 24 settimane con placebo (n=106), adalimumab 40 mg (n=101) ogni 2 settimane; ixekizumab 80 mg ogni 2 settimane o a cadenza mensile dopo una dose iniziale di 160 mg nel corso della prima settimana di trattamento.
Lo studio prevedeva come endpoint primario la risposta ACR20 a 24 settimane e, come endpoint secondari, le risposte ACR50 e ACR70, un miglioramento degli indici PASI75, PASI90 e PASI100 di severità del coinvolgimento cutaneo della psoriasi, nonché un miglioramento del punteggio DAS28-CRP di attività di malattia, dell'indice LDI-B (Leeds Dactylitis Index) e LEI (Leeds Enthesitis Index), del punteggio riportato al questionario HAQ-Disability Index e del punteggio radiografico mTSS (Van der Heijde modified Total Sharp) a 12 e a 24 settimane.
I risultati hanno documentato il soddisfacimento dell'endpoint primario (risposta ACR20) a 24 settimane nel 62% dei pazienti trattati con ixekizumab a cadenza quindicinale, nel 58% di quelli trattati con l'anticorpo monoclonale a cadenza mensile, nel 57% dei pazienti trattati con adalimumab e nel 30% di quelli randomizzati a placebo (p<0,001 per tutti i trattamenti attivi vs placebo).
Inoltre, la risposta ACR50 e ACR70 a 24 settimane è stata raggiunta, rispettivamente, dal 47% e dal 34% dei pazienti trattati con ixekizumab a cadenza quindicinale, dal 40% e dal 23% di quelli trattati con l'anticorpo monoclonale a cadenza mensile, dal 39% e dal 26% di quelli trattati con adalimumab e dal 15% e 6% di quelli trattati con placebo (p<0,001 per tutti).
Quanto alla risposta cutanea al trattamento, le risposte PASI75 sono state raggiunte, rispettivamente, dall'80% e dal 71% dei pazienti trattati con ixekizumab a cadenza quindicinale o mensile e dal 54% e dal 10% dei pazienti trattati, rispettivamente, con adalimumab e placebo.
Il decremento del punteggio legato alla funzionalità fisica e alla disabilità è risultato più marcato nei gruppi trattati con ixekizumab nei regimi di trattamento testati (-0,50 per la posologia quindicinale, -0,44 per quella mensile), rispetto ad adalimumab (-0,37) e a placebo (-0,18) ma comunque significativo per tutti i gruppi di trattamento attivo vs placebo (p<0,001).
Non solo: in tutti i gruppi attivi, la progressione radiografica è stata sensibilmente ridotta rispetto al placebo.
Passando ai dati di safety, eventi avversi seri (SAE) sono stati documentati, rispettivamente, nel 3% e nel 6% dei pazienti trattati con ixekizumab, nel 5% di quelli trattati con adalimumab e nel 2% dei pazienti allocati nel gruppo placebo. Molto rari sono stati gli episodi di depressione documentati.
In conclusione, i risultati presentati in questo studio, condotto in pazienti affetti da PsA attiva, hanno dimostrato l'efficacia di ixekizumab nel migliorare in modo clinicamente significativo sia l'attività di malattia che la funzione fisica, nonché la capacità del farmaco di ridurre la dattilite, contenere le placche psoriasiche e inibire la progressione strutturale di malattia.
Nicola Casella
Bibliografia 1. Mease P, et al "A randomized, double-blind, active- and placebo-controlled phase 3 study of efficacy and safety of ixekizumab, adalimumab, and placebo therapy in patients neive to biologic disease modifying anti-rheumatoid drugs with active psoriatic arthritis" ACR 2015; Abstract 977. Leggi