Malattie reumatiche

Canakinumab, parere UE positivo nella gotta

L'anticorpo monoclonale canakinumab ha ricevuto il parere positivo del Chmp per l'impiego nell'artrite gottosa. Più esattamente, il farmaco è stato raccomandato per il trattamento sintomatico di pazienti adulti con frequenti attacchi di artrite gottosa (almeno 3 attacchi negli ultimi 12 mesi) nei quali i FANS e la colchincina siano controindicati o non tollerati e non abbiamo fornito una risposta adeguata e nei quali l'uso prolungato del cortisone non sia appropriato.

Il farmaco è un anticorpo monoclonale totalmente umanizzato diretto contro  l'interleukina 1 beta. Attualmente il farmaco è approvato sia negli Usa sia nell'Unione europea soltanto per il trattamento di un gruppo di malattie autoinfiammatorie rare e potenzialmente letali, denominate sindromi periodiche associate alla criopirina (CAPS).
La richiesta di questa nuova indicazione si basa sui dati di due studi randomizzati che hanno coinvolto più di 450 pazienti con artrite gottosa per i quali i trattamenti standard risultavano inadeguati o inappropriati, trattati con un'unica dose di canakinumab o TA.

Il trattamento con canakinumab ha portato a una riduzione del dolore misurato mediante la scala VAS superiore di 11,4 mm rispetto al farmaco di confronto in uno studio e superiore di 9,8 mm nell'altro, differenza risultata in entrambi i casi significativa (P = 0,0018). Inoltre l'anticorpo ha ridotto in modo significativo rispetto al TA il rischio di andare incontro a un nuovo attacco nel giro di 3 mesi del 55% in uno studio (P = 0,0014) e 68% nell'altro (P < 0,0001).

Entrambe le sperimentazioni cliniche hanno impiegato una scala del dolore riconosciuta a livello internazionale per misurare i diversi livelli di dolore nelle 72 ore successive al trattamento, e hanno riscontrato che il canakinumab ha ridotto il dolore con un risultato di - 11,4 millimetri (mm) (p=0,0005) aggiuntivi in uno studio e -9,8 mm nell'altro (p=0,0018), rispetto al TA. Inoltre, canakinumab ha ridotto in modo significativo il rischio di subire un nuovo attacco di artrite gottosa nell'arco di tre mesi del 55% in uno studio (p=0,0014) e del 68% nell'altro (p<0,0001), rispetto al TA.
I due studi randomizzati hanno coinvolto più di 450 pazienti con artrite gottosa per i quali i trattamenti standard risultavano inadeguati o inappropriati, trattati con un'unica dose di canakinumab o TA.

L'artrite gottosa, comunemente chiamata "gotta" è una patologia di tipo infiammatorio grave, cronica e progressiva, che in generale colpisce dall'1 al 4% della popolazione adulta. Nel Regno Unito si stima che l'1,4% della popolazione soffra di artrite gottosa6, mentre negli Stati Uniti il dato si attesta sul 3,9%. L'artrite gottosa è la forma più comune di artrite infiammatoria negli adulti, con una prevalenza relativamente più elevata dell'artrite reumatoide, che si stima colpisca dallo 0,5 all'1% degli adulti.

Gli attacchi di artrite gottosa si verificano in concomitanza a una forte risposta infiammatoria del paziente ai cristalli di acido urico che si vengono a formare nell‘articolazione interessata, tipicamente di un dito, del piede, della caviglia o del ginocchio. È questa intensa risposta infiammatoria a causare il forte dolore associato agli attacchi di artrite gottosa, che può durare per una settimana o anche di più. L'artrite gottosa può anche sfociare in una disabilità cronica e nella distruzione dell'articolazione.

Attualmente i trattamenti disponibili per la gestione del dolore e dell'infiammazione derivanti dagli attacchi di artrite gottosa, come i FANS e la colchicina possono risultare inadeguati o inappropriati in pazienti che presentano un quadro clinico complesso. Questo fatto pone un'esigenza significativa, ancora insoddisfatta, di un trattamento per l'artrite gottosa.

Informazioni sugli studi
I due studi sono stati di Fase III, della durata di 12 settimane, randomizzati, multicentrici, in doppio cieco, a doppia simulazione, controllati con farmaco attivo, e hanno coinvolto rispettivamente 228 e 226 pazienti che hanno risposto ai criteri stabiliti dall'American College of Rheumatology (ACR) per identificare l'artrite gottosa acuta. I pazienti avevano sofferto di tre o più attacchi di artrite gottosa nei 12 mesi precedenti e non avevano risposto o si erano dimostrati intolleranti alle comuni terapie come i FANS e la colchicina, oppure questi trattamenti presentavano delle controindicazioni.

I pazienti sono stati randomizzati per ricevere una dose singola di canakinumab da 50 milligrammi (mg) con iniezione sottocutanea (s. c.) oppure una dose di TA da 40 mg con iniezione intramuscolare (i.m.). Nel caso di un nuovo attacco, ai pazienti è stata somministrata una nuova dose dello stesso trattamento per cui erano stati randomizzati nella fase iniziale.
Entrambi gli studi hanno avuto gli stessi due endpoint primari: intensità del dolore a 72 ore post dose; e tempo intercorrente per il primo nuovo attacco di artrite gottosa1,2. Il dolore nell'articolazione interessata è stato misurato in base a una scala del dolore riconosciuta a livello internazionale, la VAS (scala analogico-visiva del dolore).

Nel primo studio, i pazienti trattati con canakinumab hanno riportato dalla situazione iniziale punteggi medi del dolore inferiori in modo significativo rispetto al TA, l'intensità del dolore a 72 ore è stata di 28,1 mm per canakinumab e di 39,5 mm per il TA (p=0,0005)1. In modo analogo, i pazienti del secondo studio a cui è stato somministrato canakinumab hanno riportato dalla situazione iniziale punteggi medi del dolore inferiori in modo significativo rispetto al TA, l'intensità del dolore a 72 ore è stata di 22,1 mm per canakinumab e di 31,9 mm per il TA (p=0,0018)1. In entrambi gli studi, i rispettivi decrementi di 46 e 53 mm dalla situazione iniziale con canakinumab hanno superato quelli di 35 e 43 mm osservati con il TA.

In entrambi gli studi, anche il numero di pazienti con nuovi attacchi si è ridotto in modo significativo con canakinumab rispetto al TA2. Nel primo studio quasi il doppio dei pazienti ha sperimentato un nuovo attacco di artrite gottosa nel gruppo trattato con il TA in confronto al gruppo trattato con l'CANAKINUMAB (40 pazienti rispetto a 21, rispettivamente [p=0,0061])2. Inoltre, nel secondo studio quasi il triplo dei pazienti nel gruppo trattato con il TA ha sperimentato un nuovo attacco, se si confronta con il gruppo trattato con canakinumab (42 pazienti rispetto a 15, rispettivamente [p=0,0001]). Negli anni precedenti, i pazienti di entrambi gli studi avevano sofferto in media di almeno sei attacchi (6,5 per canakinumab e sette per il TA nello studio numero uno; e 6,5 e 5,9 rispettivamente nello studio numero due).

Canakinumab è stato generalmente ben tollerato nei due studi. Nel primo, il 55,8% dei pazienti ha presentato eventi avversi (AEs) con canakinumab rispetto al 38,3% con il TA21. Nel secondo studio, il 54,5% dei pazienti ha presentato eventi avversi (AEs) con canakinumab rispetto al 50,9% con il TA22. Gli eventi avversi severi (SAEs),10 per canakinumab rispetto ai cinque per il TA in uno studio e tre per canakinumab rispetto a uno per il TA nell'altro studio, non sono stati ritenuti in correlazione al farmaco in studio da parte dei ricercatori.

Informazioni su Canakinumab
Canakinumab è un anticorpo monoclonale sperimentale, totalmente umanizzato, che inibisce in modo selettivo l'interleuchina-1 beta (IL-1 beta), e fa parte dei meccanismi di difesa del sistema immunitario del corpo umano23. La produzione eccessiva di IL-1 beta svolge un ruolo di primo piano in molte patologie infiammatorie, compresa l'artrite gottosa. Canakinumab funziona tramite la neutralizzazione dell'IL-1 beta per un periodo di tempo prolungato, e pertanto inibisce l'infiammazione.
Con il marchio Ilaris, canakinumab è approvato in più di 45 Paesi, compresi l'Unione Europea, gli Stati Uniti e la Svizzera per il trattamento di adulti e bambini a partire da quattro anni affetti da criopirinopatie (CAPS), un gruppo di malattie autoinfiammatorie rare e croniche con sintomi debilitativi.
Canakinumab è stato studiato anche in altre patologie, laddove l'IL-1 beta svolge un ruolo di primo piano nel provocare infiammazioni, come ad esempio l'artrite idiopatica giovanile (SJIA), le patologie cardiovascolari e il diabete. Non tutti i potenziali pazienti che presentano tali patologie possono essere eleggibili per il trattamento con canakinumab, nel caso in cui venisse approvato.

Bibliografia
1. So A, Alten R, Bardin T, et al. Canakinumab vs triamcinolone in the treatment of acute flares in gouty arthritis patients contraindicated, intolerant and unresponsive to NSAIDs and/or colchicines. Abstract at: The 2011 Annual European Congress of The European League Against Rheumatism; 2011 May 25-28; London, United Kingdom

2. Schlesinger N, Alten R, Bardin T, et al. Efficacy of canakinumab vs triamcinolone acetonide in preventing recurrent flares in acute gouty arthritis patients contraindicated, intolerated or unresponsive to NSAIDs and/or colchicine. Oral presentation (OP0107)at: The 2011 Annual European Congress of The European League Against Rheumatism; 2011 May 25-28; London, United Kingdom. leggi



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