Nel maggio 2005, quando si insediò il Consiglio Direttivo che ho avuto l'onore di presiedere, venne identificato come obiettivo prioritario del mandato il dare risposta alla richiesta pressante di assistenza specialistica proveniente dai Malati Reumatici. A tale fine venne elaborato un programma che prevedeva di sviluppare l'assistenza territoriale ed integrarla con quella ospedaliera, di modo che venisse garantita la continuità assistenziale a tutti tramite un Servizio Sanitario Nazionale ovunque operativo, indipendentemente dalla anomala distribuzione della Reumatologia sul territorio nazionale.
Consci che le diverse realtà regionali richiedevano precorsi diversi, seppure per attuare un obiettivo comune, si volle allora potenziare l'organizzazione periferica identificando le figure che meglio si potevano prestare ad un lavoro di coordinamento locale e che fungessero da tramite tra le soluzione proposte dal Consiglio Direttivo e le necessità locali della Reumatologia. In questo ambito lo specialista ambulatoriale assumeva un ruolo prioritario, mentre all'ospedale si era pensato di riconoscere un ruolo di collettore delle problematiche non risolte sul territorio. Il Collegio, da parte sua, avrebbe avuto il compito di fornire gli strumenti utili all'interazione territorio-ospedale.
Nella nostra visione, però, il Reumatologo non era - e siamo tutt'oggi convinti che mai lo sarà - l'unico terminale del Malato Reumatico: avevamo, quindi, progettato una stretta collaborazione con gli altri specialisti e volevamo riconoscere un ruolo privilegiato ai medici di Medicina Generale, che riteniamo di dover affiancare nel formulare le diagnosi più complesse e nel validare quelle più semplici, riservandoci, nel contempo, un ruolo riconosciuto di coordinatori dei programmi terapeutici a maggiore rischio gestionale.
Il nostro progetto non si limitava a sviluppare la politica sanitaria, ma dedicava particolare attenzione anche agli aspetti educazionali che competono ad ogni società scientifica. In questo senso era nostro obiettivo organizzare eventi formativi che ci vedessero a fianco dei nostri soci nell'affrontare tematiche di grande interesse clinico, con l'obiettivo di fornire ai partecipanti un servizio realmente utile all'attività quotidiana. Da ultimo, ma non per questo con minore impegno, ci si impegnava a sviluppare il ruolo istituzionale del Collegio, per vedere riconosciuta la figura giuridica che gli compete, senza dimenticare la necessità di una oculata gestione delle risorse economiche. Quanti di questi obiettivi siamo riusciti a centrare in questo triennio? Certamente non sta a me dire se sono stati molti: il mio compito in queste righe non è di esprimere un giudizio sull'operato del Consiglio Direttivo che mi ha sostenuto in ogni iniziativa e che ringrazio con riconoscenza, ma di descrivere i progetti realizzati.
Sulle basi poste dal Consiglio Direttivo che ci aveva preceduto, nel 2005 ci si è impegnati a sviluppare i rapporti con le Società scientifiche e le Organizzazioni che condividono con il Collegio le problematiche reumatologiche, sia dei pazienti che degli operatori sanitari. In particolare si sono cercate strategie comuni per incidere sulla realtà sociale con LIMaR e ANMAR e sulle tematiche professionali con SIR, SIA, SIGG, SIFOP, SIMG, FISM, SIOT e FADOI. Abbiamo quindi instaurato ottimi rapporti che ci hanno consentito di realizzare nell'ambito del IX Congresso Nazionale che ebbe luogo a Genova nel maggio del 2006 numerose sessioni di lavoro congiunto.
Da un punto di vista organizzativo, abbiamo proseguito nella politica dei nostri predecessori per un più stretto è presente con un svolgimento degli associati alle attività del direttivo e per una maggiore rappresentatività tra gli operatori sanitari incrementando le iscrizioni; abbiamo anche cercato di darci un'impostazione più tecnica e competente in materia finanziaria eleggendo, come Tesoriere, una figura professionale. Questo ci sta ancor oggi permettendo di gestire tutte le nostre attività con maggiore competenza e oculatezza.
A partire dall'autunno del 2006, la collaborazione con le Società scientifiche si è ampliata e ci ha visto impegnati a fianco anche della SIMG, con la quale abbiamo sviluppato un corso educazionale sul Low Back Pain che si è articolato su ben 16 Regioni, della SIMFER, della SIRM, della SIOMMMS e dell'ANMCO ai cui Congressi Nazionali abbiamo portato il contributo della Reumatologia. E' inoltre in partenza, verrà presentato al XI Congresso Nazionale di Bologna, il progetto POINT, realizzato in collaborazione con FADOI, SIRM e SIOMMMS.
Fedeli all'impegno di voler fornire un supporto reale alla pratica clinica, con il Patrocinio OrtoReuMaster, abbiamo sostenuto la realizzazione dei corsi teorici-pratici che hanno consentito l'apprendimento delle tecniche infiltrative su cadavere, e con il Patrocinio a OrtoReuma abbiamo affrontato in ottica interdisciplinare le problematiche della diagnostica e delle terapie delle patologie osteo-articolari. Se grande cura è stata posta nel diffondere l'immagine del Collegio a livello nazionale, la visibilità a livello internazionale è stata garantita dall'incontro "New perspectives: bone and joint involvement in arthritis", che si è tenuto a Venezia.
Il 2007 ha visto poi la ripresa dell'attività editoriale con l'uscita del nuovo organo ufficiale del CROI "Progressi in Reumatologia Clinica"; l'attività editoriale ci ha visto anche a fianco della SIMG e della LIMAR con cui abbiamo condiviso la proprietà della rivista "Reumatologia Pratica", sostenuti dal patrocinio di FADOI.
Il X Congresso Nazionale si è svolto a Catania con un rilevante afflusso di partecipanti ed un consenso di giudizi estremamente soddisfacente. Ma ciò che più ci ha fatto piacere è stato osservare la crescita che ha avuto il Collegio anche in termini numerici e con esso la Reumatologia in Italia: i soci hanno largamente superato i 400 e le strutture complesse con letti dedicati sono oggi più di 20 nel pubblico e più di 10 nel privato; a queste si aggiungono più di 40 strutture semplici, sicché la Reumatologia Ospedaliera può contare su più di 80 sedi di ricovero per il Malato Reumatico. In questo triennio si sono inaugurate nuove unità operative e si è realizzato un ricambio delle dirigenze, si è sviluppata la Reumatologia Territoriale e molto si è lavorato perché questa si integrasse con la Reumatologia Ospedaliera.
Da ultimo, è certamente meritevole di menzione il lavoro svolto dalla Commissione per l'utilizzo territoriale dei farmaci biologici i cui risultati saranno presentati in occasione del XI Congresso Nazionale di Bologna e che ha voluto riconoscere agli specialisti ambulatoriali interni dignità prescrittiva pari a quella oggi riconosciuta a chi opera nelle strutture ospedaliere ed universitarie identificate a suo tempo come centri del progetto ANTARES.
Il mio mandato sarebbe scaduto nell'aprile 2008, ma gli impegni assunti con la Presidenza della SIOMMMS mi hanno indotto a rimettere l'incarico, che è stato assunto dal dott. Stefano Stisi. A lui non è stato però proposto solo di traghettare il Collegio verso il nuovo Consiglio Direttivo, ma gli si è richiesto di continuare l'opera che come Vicepresidente aveva iniziato al mio fianco, ed a lui va il mio ringraziamento per quanto ha saputo fare in questi anni.
Sono orgoglioso di aver collaborato con un Consiglio Direttivo che ha consentito di tenere rapporti corretti con le case farmaceutiche, fornendo loro un supporto sempre assolutamente laico, sperimentando nuove modalità di iniziative coordinate tra le varie aziende, miranti a sviluppare progetti di interesse comune e nell'interesse del Malato Reumatico. Sono orgoglioso di aver sempre cercato un confronto rispettoso, ma doverosamente paritario tra tutte le componenti reumatologiche, e sono sicuro che il Consiglio Direttivo che riceverà il prossimo mandato sarà in grado di portare a compimento quanto finora è stato intrapreso ed avviare nuove, interessanti ed utili iniziative.