Artrite reumatoide, rischio di TEV cresce con attività di malattia
Giovedi 22 Ottobre 2020
Nicola Casella
I pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) presentano un rischio maggiore di TEV rispetto alla popolazione generale, soprattutto in presenza di un'attività elevata di malattia. Questo il responso di uno studio svedese pubblicato su ARD.
Razionale e disegno dello studio Fino ad oggi, pur essendovi già studi che suggerivano che i pazienti con AR sono a maggior rischio di TEV, non era ancora chiara la correlazione tra la malattia e l'entità di questo rischio, come pure le ragioni di questa associazione.
Alcuni studi suggerivano che l'infiammazione sistemica caratteristica dell'AR potrebbe rilasciare fattori pro-coagulanti e indurre danno endoteliale, ma non era chiaro ancora il contributo dell'attività di malattia.
Su questi presupposti è stato concepito questo studio che, analizzando i dati di un registro svedese di pazienti reumatologici, contenente informazioni relative a quasi 52.000 pazienti affetti da AR, ha portato i ricercatori ad identificare, nel corso di un decennio, 46.316 pazienti con AR sottopostia 322,601 visite di controllo.
Nello specifico, i dati relativi a ciascun paziente sono stati incrociati, in base al sesso di appartenenza, all'anno di nascita e al luogo di residenza, con quelli relativi a 5 controlli provenienti dal registro della popolazione nazionale.
L'attività di malattia è stata classificata, sulla base del punteggio DAS28, come suggestiva del raggiungimento dello stato di remissione (0-2,6), o come attività ridotta (2,7-3,2), moderata (3,3-5) o elevata (>5). I pazienti reclutati nello studio avevano un'età mediana pari a 63 anni, con una prevalenza di donne (75%).
Risultati principali Sulla base degli eventi di TEV documentati entro un anno dall'effettuazione di ciascuna delle visite di controllo reumatologiche, e degli eventi di TEV occorsi nella popolazione generale, è emerso che il rischio di TEV nei pazienti con AR era aumentato dell'88% (IC95%= 1,65-2,15).
Non solo: è stato anche osservato che il rischio aggiustato di TEV nei pazienti con DAS28 elevato in base alla stratificazione sopra indicata era ancora maggiore, attestandosi su un risk ratio di 2,03 (IC95%= 1,73-2,38) rispetto ai pazienti con AR in remissione.
Nello specifico, nei pazienti con AR, è stato osservato un innalzamento del rischio (e del risk ratio) di TEV all'aumentare dell'attività di AR che è passato dallo 0,52% nei pazienti in remissione allo 0,63%, 0,80% e 1,08% in quelli, rispettivamente con attività di malattia ridotta, moderata ed elevata.
Rispetto alla popolazione generale, i risk ratio aggiustati relativi all'insorgenza di TEV sono stati pari a 1,34 (IC95%=1,13-1,58) per i pazienti in remissione rispetto a 2,74 (IC95%= 2,31-3,25) per quelli con attività di malattia elevata.
Prendendo un considerazione le singole componenti alla base del punteggio DAS28, ancora una volta è stato osservato che il rischio di TEV aumentava con i punteggi più elevati.
Nello specifico: - Conta articolazioni tumefatte >3: RR=1,55 (IC95%=1,38-1,74) - Conta articolazioni dolenti >4: RR=1,52 (IC95%=1,35-1,72) - VES >22 mm/h: RR=1,24 (IC95%=1,09-1,43) - Salute globale del paziente >50: RR 1,65 (IC95%=1,46-1,87)
Inoltre, punteggi di disabilità HAQ-DI più elevati sono risultati associati con un RR aggiustato di TEV nel corso dell'anno successivo alla rilevazione pari a 1,48 (IC95%= 1,29-1,71), a suggerire l'esistenza di un'associazione anche tra la condizione di disabilità e la TEV.
E' stato anche osservato che il tasso di incidenza di TEV ad un anno nei pazienti con storia di TEV era pari a 7,8% rispetto all'1% nei pazienti senza storia pregressa di TEV, ad indicare che il significato clinico dell'attività elevata di AR è molto più ampio in questo sottogruppo di pazienti e che la stratificazione del rischio di TEV è particolarmente importante in questo gruppo di pazienti.
Da ultimo, considerando i sottotipi di TEV, è emerso un RR di embolismo polmonare pari a 3,06 (IC95%= 2,36-3,97) per i pazienti con attività di malattia elevata vs. quelli in remissione, mentre l'RR di TVP è stato pari a 1,59 (IC95%=1,3-1,95).
Riassumendo In conclusione, lo studio ha dimostrato l'esistenza di una forte associazione, con differenze clinicamente rilevanti in termini di rischio assoluto, tra l'attività di malattia misurata con il punteggio DAS28 e il rischio successivo di TEV, un dato che potrebbe rivelarsi utile per la stratificazione del rischio clinico. Tra i limiti dello studio, si segnalano problemi di affidabilità dei dati del registro, che non ha fornito informazioni più complete in relazione ad alcuni fattori di rischio noti (fumo, BMI) che potrebbero aver influito sui risultati ottenuti.
Nicola Casella
Bibliografia Source Reference: Molander V, et al "Risk of venous thromboembolism in rheumatoid arthritis, and its association with disease activity: a nationwide cohort study from Sweden" Ann Rheum Dis 2020; DOI: 10.1136/annrheumdis-2020-218419. Leggi https://ard.bmj.com/content/early/2020/10/08/annrheumdis-2020-218419