Artrite reumatoide, nuovi segnali di allarme in aggiunta a quelli noti?
Giovedi 16 Luglio 2020
Nicola Casella
Molti sintomi muscoloscheletrici sembrano svilupparsi negli anni che precedono la diagnosi clinica di artrite reumatoide. E’ quanto suggerisce uno studio olandese recentemente pubblicato sulla rivista RMD Open: Rheumatic and Musculoskeletal Diseases.
Razionale e obiettivi dello studio E’ noto da tempo che i pazienti che sviluppano artrite reumatoide (AR) sperimentano alcuni anni di infiammazione e di autoimmunità subclinica prima dell’insorgenza di malattia clinica, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio, che possono manifestarsi sotto forma di sintomatologia muscoloscheletrica o di infezioni e comorbilità associate all’AR.
L’assenza, tuttavia, di studi sui dati di prevalenza e del timing di comparsa di questi eventi prodromici ha sollecitato la messa a punto di questo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno passato al setaccio le schede cliniche residenti in un database olandese (the Nivel Primary Care Database), che raccoglie i dati provenienti da 500 ambulatori di Medicina Generale, al fine di rispondere a queste domande.
Risultati principali Il team di ricercatori ha incrociato i dati relativi a 2.314 casi di AR, che avevano almeno un anno di follow-up, con quelli relativi a 4,541 controlli. L’età media degli individui considerati era pari a 57 anni, con una prevalenza (60%) di donne.
Scorrendo i risultati, è emerso che gli individui che avevano ricevuto una diagnosi di AR erano stati visitati per problemi muscoloscheletrici almeno 4-6 anni prima dalla diagnosi. Non solo: 18 mesi prima della diagnosi, l’odd ratio di andare incontro ad AR negli individui che lamentavano problemi muscoloscheletrici pregressi era pari a 2,5 (IC95; IC95%=2,2-2,8; p<0,01).
Quanto ad una storia di infezioni che, per quanto detto prima, potrebbe riflettere un incremento dell’autoimmunità e agire anche da triggere di malattia, è stato osservato un aumento della frequenza nei 6 anni precedenti la diagnosi come pure a 18 mesi, con un odd ratio pari a 1,5 (IC95%=1,3-1,7; p<0,01) a 18 mesi, 1,5 (IC95%=1,3-1,6; p<0,01) a 12 e 1,4 (IC95%= 1,4-1,6; p<0,01) a 6 mesi dalla diagnosi di AR.
Infine, per quanto riguarda il riscontro di comorbilità associate all’AR pre-diagnosi di malattia (es: anemia da deficit di ferro), gli odd ratio calcolati per tutti i time point previsti sono stati pari a 1,3 (IC95%=1,2-1,5; p<0,01) mentre per altre comorbilità (colite ulcerosa e psoriasi) gli odd ratio a 18, 12 e 6 mesi prima della diagnosi di AR sono stati pari a 1,7 (con indici di confidenza al 95% leggermente diversi tra loro e una significatività statistica con p<0,01).
I risultati dell’analisi multivariata hanno permesso ai ricercatori di identificare i 10 codici diagnostici individuali associati con una diagnosi futura di AR.
Alcuni di questi sintomi prodromici elencati, come le problematiche a carico di mani/dita e spalla sono già state legate allo sviluppo successivo di AR in alcune casistiche, e molti pazienti mostrano comorbilità al tempo della diagnosi, sottolineano i ricercatori.
I risultati di questo studio, però, suggeriscono come alcuni sintomi come i problemi al ginocchio o la sindrome da tunnel carpale dovrebbero essere considerati anch’essi come segnali di allarme di sviluppo successivo di AR. Con sorpresa, invece, non è stata rilevata l’esistenza di un’associazione pre-diagnosi di AR con l’OA e le malattie CV, per cui resta senza risposta la domanda su quando queste due condizioni intercettino un eccesso di rischio di AR.
Riassumendo In conclusione, sia pur con alcuni limiti metodologici intrinseci come la mancanza di informazioni sulle variazioni radiografiche e lo stato autoanticorpale, lo studio dimostra che i sintomi muscoloscheletrici, le infezioni e le comorbilità sono più frequenti nei pazienti con AR futura rispetto ai controlli negli anni precedenti la diagnosi di malattia reumatologica. Tali risultati, pertanto, dovrebbero incoraggiare i medici di medicina generale a inviare questi pazienti allo specialista reumatologo per una valutazione precoce, al fine di escludere o confermare il sospetto di AR.
NC
Bibliografia Van Beers-Tas M, et al "Increased primary care use for musculoskeletal symptoms, infections and comorbidities in the years before the diagnosis of inflammatory arthritis" RMD Open 2020; DOI: 10.1136/rmdopen-2019-001163. LeggiTorna all'archivio