Uno studio osservazionale dell’Università di Dublino mostra che il numero dei ricoveri ospedalieri nei pazienti con artrite reumatoide (AR) è diminuito via via che è aumentato l’uso degli inibitori del TNF, nonostante l’incremento della popolazione. Il lavoro è appena stato presentato al congresso dell’American College of Rheumatology (ACR), chiusosi oggi a Washington.
Prima del 2002, i giorni di degenza per qualunque motivo nei pazienti con AR erano in totale circa 49.000 all’anno, ma successivamente sono diminuiti del 13% annuo, passando a 31.000 nel 2010 (P = 0,0055).
Durante la conferenza stampa di presentazione dello studio, Oliver FitzGerald, reumatologo del St. Vincent's University Hospital di Dublino, ha spiegato che queste stime non sono state corrette in funzione dei cambiamenti demografici avvenuti nell’intervallo temporale considerato. Con una conseguenza importante: "la popolazione è aumentata e questo potrebbe aver solo accentuato la differenza che abbiamo osservato" ha affermato l’autore.
Fitzgerald ha spiegato che prima dell’avvento dei biologici circa un terzo dei pazienti con AR era destinato a subire un intervento di sostituzione articolare. Studi fatti negli Stati Uniti e in Europa hanno suggerito che questi tipi di interventi sono diminuiti perché ora i pazienti sono trattati con i farmaci biologici che rallentano la progressione della malattia e l'infiammazione associate al dolore e alla distruzione articolare.
Per avere dati ulteriori e più precisi, il gruppo irlandese ha cercato di valutare se vi fosse una relazione tra la prescrizione di farmaci anti-TNF e i giorni di degenza in ospedale, in particolare per interventi chirurgici a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, in Irlanda.
A tale scopo, FitzGerald e il suo gruppo hanno fatto ricorso al sistema informatico nazionale HIPE (Hospital In-Patient Enquiry system), che contiene i dati relativi a 57 ospedali raccolti tra il 1995 e il 2010. Inoltre, hanno quantificato le prescrizioni di farmaci anti-TNF effettuate tra il 2000 e il 2010.
Hanno esaminato in totale 57.700 cartelle cliniche relative ai ricoveri di pazienti con AR. L'età media della coorte era di 66 anni e, come previsto, le donne erano il doppio degli uomini.
Nel periodo considerato, la prescrizione degli anti-TNF è cresciuta del 156% all’anno, passando dalle 2389 unità nel 2000 alle 116.747 nel 2010.
Quando hanno valutato il numero di interventi sull’apparato muscolo-scheletrico eseguiti, i ricercatori hanno evidenziato una riduzione dalle 550 procedure all’anno effettuate prima del 2002 a poco più di 291 all’anno negli anni successivi, pari a una riduzione del 10% all’anno e a una riduzione complessiva del 47%, fortemente correlata con l’utilizzo crescente dei farmaci biologici (P < 0,0001).
Inoltre, l’analisi dei dati ha mostrato una riduzione del 47% degli interventi di sostituzione del ginocchio dopo il 2002 e del 53% di quelli di protesi d’anca dopo il 2004.
Ftizgerald ha anche spiegato che non si è vista una riduzione degli interventi sul piede e la caviglia, ma ha anche aggiunto che erano molto pochi prima dell’ingresso dei biologici nell’armamentario terapeutico e pochi sono rimasti anche dopo.
L’autore ha poi ha detto che i risultati dello studio hanno portato i ricercatori a ritenere la prescrizione degli anti-TNF “uno dei fattori che hanno portato a un minor numero di ricoveri legati all’artrite reumatoide, ma non l'unica". Tra le altre ragioni possibili, Ftizgerald ha indicato anche l’accorciamento delle liste d’attesa e un impiego più efficace del metrotrexate, che potrebbero aver contribuito a migliorare gli outcome.
Importanti anche le ricadute economiche di questo risultato. I ricercatori irlandesi hanno stimato, infatti, che nel loro Paese l’uso degli anti-TNF potrebbe aver contribuito in modo sostanziale a risparmi diretti per circa 16 milioni di euro all'anno. Estrapolando questi dati agli Stati Uniti, il risparmio potrebbe ammontare a 1,5 miliardi di dollari l'anno.
L. Harty, et al. Prescription of tumour necrosis factor _ antagonists is strongly associated with a reduction in hospital admissions and in musculoskeletal surgical procedures for rheumatoid arthritis based on a 16 year analysis of nationwide data. ACR 2012; abstract 2540
Alessandra Terzaghi
Torna all'archivio