Alcol, fumo e rischio di artrite reumatoide, una relazione controversa
Venerdi 21 Maggio 2021
Nicola Casella
Il consumo di alcol si associa ad un'incidenza ridotta di artrite reumatoide, in parte in ragione dei suoi effetti noti sul sistema immunitario innato e adattativo, ma l'accoppiata fumo-alcol potrebbe attenuare l'effetto protettivo potenziale derivante dall'assunzione di alcol sull'incidenza di AR. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato su RMDOpen che vanno ovviamente contestualizzate e approfondite in studi ulteriori per capire i meccanismi che sottendono quanto osservato e conseguire l'obiettivo della protezione contro l'AR con mezzi diversi dalla assunziome di alcol.
Razionale e disegno dello studio L'osservazione di un effetto protettivo derivante da assunzione di quantità moderate di alcol contro lo sviluppo di AR non è nuova ma è già documentata in letteratura da studi precedenti, ricordano i ricercatori nell'introduzione allo studio.
E' noto, infatti, che il consumo di alcol influenzerebbe in modo dose-dipendente sia il sistema immunitario innato che quello adattativo.
Tuttavia, ad oggi, non è ancora ben chiaro l'impatto del consumo di alcol sul rischio di AR e i dati ad oggi disponibili sull'esistenza di una relazione inversa tra consumo di alcol e rischio di AR non sono particolarmente esaltanti.
Quanto al fumo, il principale fattore di rischio ambientale, si stima che renda conto di quasi il 20% del rischio ambientale per l'AR.
Dato che il fumo è positivamente correlato con l'assunzione di alcol, questi due fattori di rischio agiscono da principali fattori confondenti negli studi sull'AR.
La limitata disponibilità di studi prospettici di potenza statistica adeguata, in grado di analizzare gli effetti di diverse quantità di assunzione di alcol con i dati concomitanti sul fumo di sigaretta e le loro possibili interazioni ha sollecitato la messa a punto di questo lavoro, che ha utilizzato i dati provenienti da uno studio prospettico di coorte con 41.068 partecipanti dei quali erano noti, al loro reclutamento nel 1997 e in modo dettagliato, informazioni sul consumo di alcol, il numero di sigarette fumate e informazioni su altri fattori potenziali confondenti.
Da questo campione iniziale sono emersi 577 casi di AR dopo una media di 17,7 anni di follow-up. L'età media alla diagnosi di AR era pari a 66,8 anni. I ricercatori, a questo punto, sono ricorsi ai modelli di analisi di Cox multivariata per stimare l'hazard ratio di AR con un intervallo di confidenza pari al 95%.
Risultati principali Considerando la popolazione in toto, i ricercatori hanno trovato un'associazione tra il consumo di alcol e una riduzione del 30% dell'incidenza di AR (HR= 0,69; IC95%= 0,55-0,86).
E' stata documentata, inoltre, una significativa relazione inversa dose-risposta tra un ridotto consumo di alcol e l'incidenza di AR (p<0,01). Non sono state osservate, inoltre, differenze significative tra i partecipanti che avevano consumato esclusivamente vino (HR=0,66; IC95%=0,45-0,96) rispetto a quelli che avevano assunto altre bevande alcoliche (HR= 0,69; IC95%=0,56-0,86).
Invece, il fumo di sigaretta, si associava ad un innalzamento d'incidenza di AR tra coloro che non avevano mai assunto alcol (HR=2,8; IC95%=1,96-4,01), mentre l'effetto del fumo sull'incidenza di AR si riduceva nella persone che avevano assunto alcol (HR=1,45; IC95%=1,21-1,74).
I ricercatori hanno rilevato l'esistenza di un effetto sinergico complessivo tra il consumo di alcol e il fumo (percentuale attribuibile all'interazione: 40%; IC95%= 0,15-0,64). Ciò suggerisce, quindi, secondo gli autori, che il 40% dei casi di AR osservati nelle persone che fumano e assumono alcol sono intrinsecamene attribuibili a questa interazione.
Limiti e implicazioni dello studio In conclusione, lo studio ha replicato la scoperta dell'esistenza di un'associazione inversa tra il consumo di alcol e il rischio di AR, dopo aggiustamento per la presenza di fattori confondenti.
Inoltre, lo studio ha dimostrato l'esistenza di un effetto sinergico tra il consumo di alcol e il fumo, con un'attenuazione sostanziale dell'effetto protettivo dell'alcol tra i fumatori.
Nel commentare i risultati, i ricercatori si sono focalizzati sulla questione della definizione delle quantità di alcol assunte: “Non esistono sistemi di classificazione universalmente accettati per definire un consumo di alcol ridotto, moderato o elevato – argomentano i ricercatori -. La nostra classificazione si basava su una distribuzione di alcol, specifica in base al sesso, determinata al basale. L'elevato consumo di alcol definito nel nostro studio (più di 66 g/settimana nel sesso femminile; 105 g/settimana nel sesso maschile) è considerato, invece, moderato in base alle statistiche svedesi. Ad ogni modo, un numero sparuto di partecipanti allo studi riferiva livelli di assunzione di alcol superiori ai livelli raccomandati”.
“Abbiamo anche esaminato altre possibilità per classificare l'esposizione all'alcol – continuano -. ma i risultati non sono cambiati”.
Tra le possibili limitazioni dello studio si segnalano il numero ridotto di fumatori attivi al basale come pure un affidamento ai dati autoriferiti dai partecipanti allo studio relativamente al consumo di alcol e alle abitudini di consumo di sigarette.
Nicola Casella
Bibliografia Hedenstierna L, Bellocco R, Ye W, et al. Effects of alcohol consumption and smoking on risk for RA: results from a Swedish prospective cohort study. RMD Open. 2021;7(1):e001379. doi:10.1136/rmdopen-2020-001379 Leggi